Gabriele Rubini, in arte chef Rubio, nasce nel 1983 a Frascati. Da giovane ha una vera e propria passione per il rugby, che coltiva talmente tanto da diventare un rugbista professionista. Ha sin da piccolo però anche una passione intensa per la cucina, tanto che si iscrive all’ALMA – Scuola Internazionale di Cucina Italiana, dove prende il diploma nel 2010. Tre anni più tardi, nel 2013, approda in televisione con il programma “Unti e Bisunti”, una serie che presto diventa cult. Nel corso degli anni successivi, Chef Rubio è spesso in televisione, alla conduzione di programmi e documentari. Diventa uno chef rinomato e viaggia spesso per lavoro.
Gabriele Rubini non è certo uno chef come tutti gli altri. L’idea di avere un suo ristorante, fisso, in cui andare a cucinare ogni giorno della sua vita, che per molti chef è un vero e proprio sogno, per lui invece non ha alcun tipo di attrattiva. Vuole viaggiare, visitare il mondo, essere sempre in costante movimento, per poter scoprire sapori sempre nuovi e conoscere persone nuove ogni giorno. È del tutto a suo agio laddove si cucina prestando attenzione alla tradizione, tra i banchi di street food, nei mercatini, ma questo non significa affatto che sia un pesce fuor d’acqua nelle cucine stellate. Da sempre crede nel potere della condivisione e dell’integrazione che la cucina possiede, nonché dalle possibilità di recupero sociale che può permettere di raggiungere.
La svolta nella vita di Gabriele Rubini arriva nel 2013 con la conduzione del programma “Unti e bisunti”, che viene distribuito in oltre 80 paesi. Nel 2015 partecipa a “Se fossi nato in…”, serie web sulle adozioni a distanza, prodotta da ActionAid Italia.
A partire dal 2015, inizia a produrre delle video ricette nella Lingua dei Segni. Video ricette e tutorial vengono realizzati anche negli anni successivi, per rendere possibile anche ai sordi e ai ciechi riuscire a cucinare al meglio. Nel 2016 Gabriele Rubini decide di finanziare due borse di studio per la Prima Accademia di Street Food in Italia, con sede a Parma. Viene nominato Chef Ufficiale di Casa Italia alle Paralimpiadi di Rio e diventa ambassador della campagna Write for Rights di Amnesty International.
Nel 2016 diventa anche il protagonista del film documentario sulla sua vita “Unto e Bisunto, la vera storia di Chef Rubio” e del video online “Lo chiamavano Chef Rubio”, mini parodia che vuole sensibilizzare sullo spreco del cibo e su come i social network stiano svilendo e svalorizzando il settore food. Nel 2016 fonda la società di produzione indipendente TUMAGA.
Nel 2017 torna a collaborare con ActionAid Italia in #Fuoriclasse. Si tratta di un viaggio in Zimbabwe e in Cambogia che permette a Chef Rubio di raccontare tramite i social network e i videoreportage il diritto all’istruzione. Nel 2017 lancia insieme allo scrittore Erri De Luca la campagna “Pasto Sospeso” a Roma e tre mesi più tardi anche a Dubai.
Nel corso degli anni conduce anche altri programmi come “Il cacciatore di tifosi”, “Rugby Social Club”, “I re della griglia”, ”Il ricco e il povero”, ”È uno sporco lavoro”, “Camionisti in trattoria”, “Rubio, alla ricerca del gusto perduto”.
Grande chef, grande personaggio televisivo, impegnato socialmente, questo è uno dei personaggi in assoluto più amati di questi ultimi anni. Ultimamente si è discostato un po’ dal mondo dello spettacolo e si impegna soprattutto in progetti per il sociale.
Gabriele Rubini ha ammesso in più di un’occasione di non essere adatto per il matrimonio. Non sembra abbia avuto chissà che genere di relazione duratura in passato. Anche adesso sembra che sia single. Chef Rubio ha affermato di non avere tempo a disposizione da dedicare ad una fidanzata o ad una moglie. Avere dei figli gli piacerebbe certo, ma non crede ai figli al di fuori della coppia.
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