Il Mostro di Firenze torna a far gelare il sangue. Un uomo ha deciso di raccontare la storia della sua famiglia. Uccisi perché sapevano.
La struggente confessione arriva da Luciano Malatesta. L’uomo è un 50enne fiorentino che ha deciso di raccontare la storia della sua famiglia. Tutti morti tra gli anni Ottanta e Novanta. Secondo l’uomo questi eventi sarebbero riconducibili ai delitti del Mostro di Firenze.
La notizia è arrivata alle pagine di Giallo dove Malatesta ha deciso di “metterci la faccia”. Un racconto che somiglia quasi a un film dell’orrore. Una scia di morte che viene a galla solo ora. Scopriamo di più.
Mostro di Firenze: la tragica morte di un’intera famiglia
Luciano è figlio di Renato Malatesta e Maria Antonietta Sperduto. Suo padre, i suoi zii paterni Gino e Bruno morirono tra il 1980 e il 1981. La stessa fine fecero Enzo Limongi, il cognato, la sorella Milva, il figlio Mirko, l’amante della sorella e il pastore Vargiu. Tutti morti nel 1993.
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Malatesta è più che sicuro che gli omicidi siano da ricondurre al Mostro di Firenze. L’uomo sostiene che il padre venisse picchiato dallo zio Antonio e da Pietro Pacciani. Quest’ultimo avrebbe anche violentato sua madre. Secondo altre indiscrezioni, il padre Renato aveva la nomea di “guardone” ed è possibile che potesse aver visto qualcosa riguardo i delitti del Mostro.
Sempre Malatesta avrebbe avanzato l’ipotesi che suo zio potesse essere il responsabile del duplice omicidio dell’81. I periti balistici avevo evidenziato che il responsabile dovesse essere un uomo di bassa statura, come lo zio.
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C’è poi la sorella dello zio, Maria, che era sposata con Bruno e che sarebbe stata la responsabile della morte degli zii. Una storia che era stata raccontata a Malatesta dalla madre e dalla sorella Milva.
Dopo la morte del padre, lui, la sorella e la madre si trasferirono a San Casciano. Proprio lì, nel loro stesso palazzo abitava anche il mago Salvatore Indovino. Secondo Malatesta, Indovino avrebbe svolto nel suo appartamento delle messe nere e riti orgiastici. A questi eventi avrebbero partecipato Pacciani, Vanni, Lotti e anche dei carabinieri.
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Questa tesi è stata confermata anche da Gabriella Ghiribelli, un’amica del mago e donna delle pulizie: “Vedevo cose strane. C’erano inequivocabili tracce di cos’era successo la notte. Nella stanza, appena si entra, c’erano ceri spenti, una stella a 5 punte disegnata in terra con il carbone, un’indicibile sporcizia e confusione dappertutto”. La donna aveva parlato anche di un cartellone ovale con lettere e numeri. Un cartellone simile fu ritrovato anche dalla Squadra anti-Mostro nell’abitazione di Pacciani.
Riguardo la storia di Malatesta, arriva il commento di Michele Giuttari che era a capo della Squadra anti-Mostro. ” Tutte le morti (…) sono sostanzialmente oscure e non hanno avuto una loro definizione. Nessuna soluzione sotto il profilo giudiziario. Mentre sotto il profilo fattuale possono, a mio giudizio, considerarsi con tutta probabilità legate alla vicenda del Mostro”.