Tra i più celebri e amati attori della storia del cinema italiano, Giancarlo Giannini è davvero un fuori classe. Ma qual è la sua storia?
Giancarlo Giannini è un amatissimo attore, tra i più celebri e influenti della storia del cinema italiano, alla stregua di Nino Manfredi, Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman. Questa sera, Giannini, sarà tra gli illustri ospiti del programma condotto da Serena Rossi, “Canzone segreta“, arrivato all’ultima puntata che andrà in onda proprio oggi 16 aprile in prima serata su Rai1. Dai grandi successi, alla tragica morte del figlio, ecco la storia di Giancarlo Giannini.
Giannini è nato il 1 agosto 1942 a La Spezia e si è diplomato a Napoli come perito elettronico, per poi decidere di cambiare completamente strada e buttarsi nella recitazione. Ha frequentato, a Roma, l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico, debuttando a soli 18 anni con “In memoria di una signora amica”. Del suo incredibile talento si sono accorti tutti fin da subito e i successi internazionali sono arrivati molto presto.
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Nel 1960, infatti, ha recitato in “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli, presentato all’Old Vic di Londra, in modo da farsi conoscere anche dal pubblico inglese. Ma la vera consacrazione è arrivato con il debutto di Giancarlo al cinema, nel 1965 con “Libido e fango sulla metropoli“. Da quel momento in poi l’attore ha avuto un successo dopo l’altro, al cinema e in televisione e ha collaborato con i più grandi attori e registi della storia italiana come Ettore Scola, Lina Wertmuller, Mariangela Melato, Luchino Visconti, Valerio Zurlini e così via.
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La vita di Giannini è stato distrutta dalla morte di suo figlio, ucciso da un aneurisma cerebrale nel 1987 a soli 20 anni. “Per molti la morte di un figlio mette in discussione la stessa esistenza di Dio.” – ha raccontato in un’intervista – “ Ti chiedi: perché a lui e non a me? Ricevetti la notizia mentre giravo a Milano. Presi un aereo, mi precipitai in ospedale, trovai la madre e il fratello disperati. Anche io ero disperato, ma li consolavo dicendo: “Guardate, lui sta meglio di noi”. Quando muore un figlio la vita cambia completamente. Ma se uno ha fede, riesce ad andare avanti e ad accettare che la vita è così”
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