Guerrina Piscaglia. La famiglia ha chiesto un risarcimento milionario alla Chiesa. I familiari non si arrendono e chiedono giustizia.
La cifra richiesta è un milione di euro. La famiglia della donna ha fatto sapere che “L’atto di citazione sarà notificato alla Diocesi nei prossimi giorni”.
Una vera e propria battaglia legale tra la Chiesa e il marito della Piscaglia. La donna era infatti scomparsa nel maggio del 2014. Da quel momento non è più stata ritrovata.
Guerrina Piscaglia: duro scontro tra la famiglia e il Vaticano
Per la sparizione della donna era stato condannato l’ex parroco del Paese, Graziano Alabi. 25 anni di reclusione con l’accusa di di omicidio e distruzione di cadavere. Il marito della Piscaglia però non si arrende. Ad oggi, è solo e si deve prendere cura del figlio disabile.
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Il vedovo si è rivolto agli avvocati Nicola Detti e Francesca Faggiotto per chiedere un risarcimento dalla cifra vertiginosa. Una richiesta simile era già stata avanzata in passato. I legali avevano comunicato l’intimazione formale rivolta al debitore. La “messa in mora” era stata comunicata alla Curia di Arezzo, Cortona e Sansepolcro.
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Dato che l’azione precedente non aveva avuto effetti, gli avvocati hanno stilato una nuova mossa. Il processo aveva messo in luce come Guerrina e il parroco avessero una vera e propria relazione. Il religioso avrebbe voluto mettere a tacere la donna, strangolandola a mani nude. La Piscaglia era rimasta incinta e aveva minacciato il parroco di raccontare la faccenda.
Sul telefono della vittima vennero rinvenuti dei messaggi in un italiano precario che portarono poi a padre Graziano. Dopo ulteriori indagini le forze dell’ordine scoprirono che l’uomo aveva numerose frequentazioni. Secondo la famiglia, il delitto era avvenuto mentre il parroco svolgeva la sua missione pastorale ed è per questo che il Vaticano è stato chiamato in causa.
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La Chiesa ha sempre negato un possibile ruolo di sorveglianza e controllo riguardo le azioni di padre Graziano, ma ha sempre espresso vicinanza alla famiglia. Ad oggi l’ex parroco continua a professarsi innocente e sostiene che i giudici l’abbiano ritenuto colpevole per una forma di razzismo.
Il legale dell’ex parroco ha chiesto la revisione del processo, chiedendo anche che vengano ascoltate le testimonianze di due religiosi. Testimonianze decisive che potrebbero aiutare a ricostruire meglio l’accaduto.