Il famosissimo attore e doppiatore italiano Luca Ward ha parlato per la prima volta della rarissima patologia genetica della figlia.
Luca Ward è probabilmente il doppiatore italiano più amato dal pubblico, non solo perché ha prestato la voce ad alcuni dei più grandi attori hollywoodiani, ma anche perché nonostante il successo non si è mai montato la testa. Fa il proprio lavoro con diligenza e professionalità, accettando anche ruoli diversi da quelli cinematografici (ad esempio è la voce di tantissimi personaggi dei videogiochi), come quello di narratore per Ulisse di Alberto Angela.
L’umiltà e la dedizione al lavoro sono pregi che Luca ha ereditato dai valori familiari e da un’adolescenza che gli ha permesso di capire il valore del lavoro e del denaro. Prima di diventare il doppiatore italiano di maggior successo, Luca Ward ha fatto di tutto, dal traslocatore al camionista. Questo perché il padre lo ha lasciato a soli 13 anni e prima di morire gli ha chiesto di prendersi cura della famiglia sia a livello emotivo che economico.
Luca Ward, il dramma della malattia genetica della figlia Luna
Di recente il doppiatore ha voluto pubblicare anche un libro autobiografico intitolato ‘Il talento di essere nessuno‘. In questa racconta ovviamente come il lavoro di doppiatore lo spinga ad essere molteplici personaggi e recitare, ma senza gli onori e la gloria che solitamente spettano agli attore che mettono anche il volto sullo schermo. Ma parla anche delle sue vicissitudini personali e della sua vita privata. Nessuno, a parte i parenti e gli amici stretti, sapevano infatti che la figlia Luna è affetta da una malattia genetica che le ha condizionato la vita.
Raggiunto dal settimanale ‘Nuovo‘, Luca spiega: “Dall’età di due anni mia figlia soffre della sindrome di Marfan, malattia genetica rara che nel caso di Luna influisce soprattutto sull’apparato scheletrico. Per fortuna è una ragazza forte, ha gli attributi”. L’attore spiega in seguito di aver deciso di parlarne adesso dopo tanti anni poiché il Covid ha complicato la situazione: “Durante il primo lockdown c’è stato un aggravamento delle condizioni di salute di mia figlia. Luna è in cura a Lione e noi familiari non potevamo andare in Francia, non ci facevano entrare: non c’è stato nulla da fare ed è accaduto a tante altre persone”.
Continuando a parlare del dramma vissuto in quei mesi, Luca non usa mezzi termini e dice: “E’ un fatto di una gravità terribile. Luna ha rischiato di essere operata alla spina dorsale perché non aveva il suo corsetto”. Quindi arriva al motivo che lo spinge a condividere questa situazione così intima: “Voglio quindi far capire quanto la ricerca sia importante”.