Secondo la epidemiologa Lucia Bisceglia le nuove aperture annunciate negli ultimi giorni dal Governo non risultano essere affatto prudenti.
Nuove aperture, è già allarme. La epidemiologa Lucia Bisceglia, intervista dal Corriere della Sera, riferisce che gli annunci di ripresa generalizzata di svariate attività e le facilitazioni per molte regioni a lasciare la zona rossa rischiano di essere pagati a caro prezzo, ed anche relativamente in fretta.
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La dottoressa sostiene che le nuove aperture sono “premature in questa situazione, nella quale la pandemia non ha rallentato, specialmente al Sud”. E nonostante lei si dica comunque comprensiva con chi non riesce più ad arrivare alla fine del mese, sottolinea come ci voglia ancora un atteggiamento di grossa prudenza.
Il quadro epidemiologico viene definito “non così stabile da permettere un allenamento delle restrizioni nel breve periodo”. E secondo la epidemiologa, dal Lazio a scendere pare proprio che tutto quanto stia presentando anzi un peggioramento. A rischiare in particolare sono, a detta della Bisceglia, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Campania e Basilicata, con una progressione nel numero dei contagi.
I dati a disposizione non lasciano pensare ad un miglioramento e basti pensare ai numeri che riguardano i ricoveri. Ben 14 regioni superano di gran lunga il limite massimo di ricoveri in terapia intensiva oltre il quale scatta l’emergenza. Il tasso attuale è al 39% contro una soglia di allerta fissata al 30%. “È calata la incidenza dei contagi ma con 160 caso ogni 100mila abitanti c’è poco da stare tranquilli”.
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Nuove aperture, per Lucia Bisceglia è presto: “E il coprifuoco notturno serve”
E poi la catalogazione del rischio basata sulla colorazione delle regioni non ha garantito equità. Ci sono posti dove i casi sono diminuiti di più rispetto ad altri. In tutto ciò incide anche una campagna vaccinale non in stato avanzato come avvenuto in Inghilterra, dove c’è stato un lockdown molto stringente.
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Se ora li sono possibili delle nuove aperture è perché tutto è rimasto chiuso e nel frattempo è andata avanti la vaccinazione di massa. Arrivati al 30% di popolazione immunizzata, ecco che è risultato possibile un parziale ritorno alla normalità, spiega la epidemiologa. E lo stesso è avvenuto pure in Israele.
C’è anche da dire che entrambi i Paesi non hanno mai avuto problemi di forniture dei vaccini. “Ora l’Italia riapre tutto, ma se non facciamo attenzione rischiamo una quarta ondata”. Da destra sono arrivate critiche al coprifuoco delle ore 22:00 e che va fino alle 05:00 del mattino.
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“Ma si tratta di contestazioni immotivate. Il coprifuoco serve soprattutto a livello psicologico, per ricordare che ci sono delle regole da rispettare”. Per finire, la dottoressa Bisceglia non si esprime favorevolmente sul pass che fornisce il via libera agli spostamenti. Il motivo? Si rischia di avere un lasciapassare che possa fornire protezione assoluta e fare abbassare la guardia.