La Superlega è fallita sul nascere ma il calcio non è affatto salvo: tante questioni rimangono aperte ormai da tempo
Il progetto Superlega è fallito sul nascere. Un incredibile flop in 48 ore che ha scosso il mondo degli appassionati di calcio. L’opinione pubblica e le istituzioni politiche europee si sono coalizzate involontariamente contro il progetto delle 12 squadre che ha rischiato di spaccare il mondo del calcio stravolgendo gli ultimi scampoli di sport ai quali rimane aggrappato. Ieri il comunicato che sospende il progetto, non lo vanifica del tutto. Tuttavia, gli appassionati e le parti in causa del mondo del calcio non possono esultare troppo. Niente Superlega ma restano le problematiche ormai da tempo trascinate in avanti senza una soluzione. Forse è a questa che hanno realmente mirato i 12 club soci fondatori della Superlega, poi sospesa.
Superlega, il flop che non cancella i problemi del calcio
Intanto ciò che non va nel calcio è il calendario. Troppe partite a scapito della qualità e a danno dei muscoli dei calciatori dei club che devono gestire infortuni. Spesso, troppi infortuni possono condizionare intere annate con conseguenti danni per i club sotto tutti i punti di vista. Mancata focalizzazione del problema principale del calcio: il taglio degli stipendi dei calciatori e un freno ai procuratori che giocano sempre al rilancio. I calciatori guadagnano troppo, i club non riescono a gestire i costi e battono cassa alle istituzioni organizzatrici che cercano di risolvere aumentando partecipanti ai tornei, inventandone dei nuovi come la Confederation Cup. Nessuno si carica della responsabilità di porre un tetto agli ingaggi e ridurre il numero delle squadre partecipanti ai vari tornei, nazionali ed internazionali, per un calcio più sostenibile sotto tutti i punti di vista.
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La politica del calcio ha respinto la reazione estremista di alcuni club ma ora si attendono riflessioni e proposte per risolvere problematiche che hanno prodotto l’iniziativa poi franata.
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