Manuela Bailo è stata uccisa con uno o due tagli alla gola inferti quando era ancora in vita. Il suo amante non ha mostrato alcuna pietà.
Fabrizio Pasini lo ha detto e ripetuto anche dal carcere: “Lo giuro, non le ho tagliato la gola”. Ma secondo i giudici che l’hanno condannato a 16 anni per l’omicidio dell’amante Manuela Bailo, 35 anni, l’ex sindacalista della Uil ha agito proprio in quel modo. “Risulta provato che Manuela Bailo non morì per effetto del traumatismo patito al capo, ma che le furono inferti uno o due tagli alla gola quando la giovane era ancora in vita” hanno scritto i giudici.
La ferocia spietata del killer di Manuela Bailo
Insomma, Manuela Bailo non sarebbe caduta dalle scale dopo un litigio. “Il decesso di Manuela Bailo non è avvenuto nelle circostanze descritte dall’imputato, ma a cagione di una ben diversa condotta da quelli posta in essere e precisamente consistita nel taglio della gola della giovane amante” hanno scritto ancora i giudici bresciani.
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Nelle motivazioni della sentenza di condanna Fabrizio Pasini è stato descritto come “un abile manipolatore e consumato mentitore non solo negli accadimenti della sua vita familiare e sentimentale ma anche nei momenti, certamente tragici e tali da mettere in crisi gli equilibri di ognuno, immediatamente successivi al tragico epilogo del suo rapporto con Manuela Bailo”.
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“Non può infatti essere dimenticata – si legge ancora – l’abile operazione di depistaggio lucidamente messa in atto nei giorni immediatamente successivi dall’imputato per ritardare il più possibile la presa d’atto, da parte di familiari e conoscenti, della scomparsa della vittima il conseguente avvio delle ricerche”. Ricerche che, purtroppo, hanno restituito solo il cadavere di una donna che aveva ancora tutta una vita davanti a sé.