La ricerca della piccola Denise Pipitone non si ferma e, a Quarto Grado, si discute della pista legata a Danas: “È la stessa“
Dopo il caso di Olesya Rostova, la ragazza russa che si sperava essere la piccola Denise Pipitone, la bambina scomparsa da Mazara del Vallo 17 anni fa, nel 2004, ora si sta ritornando a vagliare una pista già discussa in passato. Infatti, un mese dopo la scomparsa della figlia di Piera Maggio una guardia giurata aveva ripreso una bambina a Milano, con il sospetto che fosse Denise. La piccola, il cui nome sembrava essere Danas, quella volta era insieme a una donna rom e a un bambino che suonava la fisarmonica. Quarto Grado, il talk show in onda su Rete 4, riporta l’attenzione su quel video e spiega come le possibilità che quella fosse effettivamente Denise siano alte.
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L’analisi di Quarto Grado sull’ipotesi per cui Danas era in realtà Denise Pipitone
Oltre ad aver messo a confronto una foto di Denise Pipitone prima del rapimento con un frame tratto dal video della guardia giurata, i conduttori di Quarto Grado hanno anche voluto fare una comparazione linguistica. Di quest’ultima se ne è occupato il professor Luciano Romito, docente dell’università della Calabria che ha fatto il paragone usando una frase detta da Denise e tratta da un video del 2004 registrato da Piera Maggio. Il confronto con il “Dove mi porti?” detto nel video della bambina di Milano avrebbe mostrato come l’inflessione linguistica sia la stessa. Da ciò si può dire che, molto probabilmente, entrambe le bambine erano siciliane.
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Ola il caso è tornato all’attenzione pubblica a seguito della comparsa di Olesya Rostova, una ragazza russa alla ricerca dei genitori biologici. Le speranze erano alte ma il test del DNA ha rivelato che la ragazza non è la tanto ricercata Denise Pipitone. Le indagini continuano, da 17 anni a questa parte, vagliando anche la pista familiare dopo delle recenti affermazioni di Jessica, sorellastra della piccola scomparsa. Speriamo che le nuove tecnologie possano in qualche modo aiutare a svelare questo mistero.