Delitto di Novi Ligure, cosa fecero Erika e Omar: sterminio della famiglia

Dopo il delitto di Avellino avvenuto qualche giorno fa non può non tornare alla mente ciò che accadde a Novi Ligure di 20 anni fa

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Sono oramai passati 20 anni da quel fatidico 21 febbraio 2001, giorno in cui nella cittadina di Novi Ligure (Alessandria) avvenne una vera tragedia. Due ragazzi fidanzati, Erika De Nardo e Mauro Favaro detto “Omar”, rispettivamente di sedici e diciassette anni, uccisero la madre e il fratello di lei. La donna era Susanna Cassini detta “Susy”, mentre il nome del fratello era Gianluca e aveva solamente undici anni quando lo hanno ucciso. L’accusa pensa che i due omicidi volessero uccidere anche il padre della giovane, Francesco De Nardo, ma che si siano fermati perché Omar era stanco e ferito. Ma perché una coppia di fidanzati neanche maggiorenne ha voluto compiere un atto così terribile? Ecco la storia.

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La storia del delitto di Novi Ligure

Quella sera di febbraio di 20 anni fa in una villetta monofamiliare di Novi Ligure vengono uccisi con 97 coltellate la madre Susy e il figlio Gianluca. Quando i Carabinieri arrivano sulla scena del crimine trovano solamente Erika, la figlia maggiore della donna uccisa, che cerca di far credere di essere sopravvissuta, insieme al padre che non era in casa, a quella carneficina. Erika racconta di aver visto gli assassini della sua famiglia e fa l’identikit di due albanesi che circa un mese prima avevano cercato di fare una rapina finita male. Nonostante la dichiarazione, le forze dell’ordine non capiscono il movente degli assassini indicati, né l’accanimento o come fosse possibile che non c’era alcun segno di effrazione. Per questo Erika venne risentita ma prima venne lasciata diverse ore con il fidanzato, chiamato per farle da sostegno. I due parlarono per diverso tempo senza sapere che i carabinieri erano in ascolto.

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Dai loro discorsi le forze dell’ordine hanno capito che la giovane coppia aveva organizzato il delitto e lo aveva poi anche compiuto. I due sono convinti inizialmente di farla franca, ma si accusano a vicenda di essere degli assassini. Due giorni dopo i carabinieri arrestano formalmente la coppia e durante le indagini scoprono come avessero premeditato tutto nei minimi dettagli. Nessuno dei due ha ricevuto l’infermità mentale e sono stati condannati a 20 anni di reclusione lei e 16 lui. Ora si sono entrambi rifatti una vita, ma qual è la motivazione che li avrebbe spinti ad un delitto così efferato? A distanza di così tanti anni, ancora non sembra si sappia con precisione.

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