A fine 2021 verrà abbandonato il sistema di Quota 100 per le pensioni. Le ipotesi per sostituirlo e gestire il quadro pensioni.
Pensioni, il Governo Draghi accantona Quota 100. All’interno del Recovery Plan si ha l’ufficializzazione della cosa, con il riferimento al fatto che il piano precedente giungerà a conclusione con la fine del 2021. Nel testo si legge che Quota 100 “verrà sostituita da misure mirate per le categorie interessate da lavori logoranti”.
Questo vuol dire il ritorno alla riforma Fornero. Per le pensioni bisognerà aspettare i 67 anni di età oppure i 42 anni (41 per le donne) e dieci mesi di contributi. Faranno eccezione per l’appunto i lavoro usuranti.
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La notizia ovviamente non rende felici i sindacati, già allarmati da una sorta di immobilismo del Governo in materia di pensioni. Il fatto che Quota 100 fosse in scadenza a fine 2021 aveva destato preoccupazione dal momento che andava deciso il da farsi per l’anno venturo.
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La Uil in particolare contesta anche il livello della spesa previdenziale sul Pil, che non ammonterebbe al 16% come annunciato, bensì al 12%, a causa dell’assistenza. Lo spettro della riforma Fornero innesca le critiche da parte della Lega, con Matteo Salvini che si scagliai in particolare contro tale misura.
Lui si dice invece favorevole a ‘Quota 41’, un provvedimento che faciliterebbe a suo dire anche la fase di transizione tra le diverse generazioni nel mondo del lavoro. Esso consiste nell’accesso automatico alla pensione al raggiungimento del quarantunesimo anno di contributi, per tutti.
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Le altre misure al vaglio del Governo riguardano facilitazioni per la fuoriuscita di chi compie professioni logoranti. Poi l’Ape sociale, alla quale potere accedere a partire dai 63 anni di età e se alle prese con difficoltà quali disoccupazione prolungata o disabilità. Tutto quanto dovrebbe essere confermato in blocco per il dopo Quota 100.
Per le donne al momento si resta con la pensione al raggiungimento dei 58 anni di età e 35 di contributi e con calcolo interamente contributivo dell’assegno. Ma questo aspetto potrebbe variare.
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C’è poi Quota 102, che poggia le proprie basi su una età di 63-64 anni in anagrafica e di 39 o 38 di contributi, e che potrebbe verosimilmente rimpiazzare a sua volta Quota 100. Anche se si riscontra una penalità per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia di vecchiaia fissata a 67 anni.
Per finire, è al vaglio anche l’implementazione dei cosiddetti ‘contratti di espansione‘, il cui obiettivo è anticipare la pensione fino anche ai 62 anni di età, con l’obbligo di assumere dei giovani.
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