La zia di Francesco, bimbo morto a causa di un’otite a 7 anni, ha testimoniato contro il medico omeopata che lo aveva in cura.
Il piccolo Francesco Bonifazi, bimbo di 7 anni di Cagli, è morto il 27 maggio del 2017. Tre giorni prima gli era stato ricoverato per un’otite batterica bilaterale curata in precedenza con farmaci omeopatici. Dopo il decesso il medico omeopata che l’aveva visitato e sconsigliato i farmaci, il dottor Mecozzi, è stato indagato e accusato per omicidio colposo. L’uomo, infatti, avrebbe convinto la famiglia che il piccolo non aveva bisogno né di medicinali né di un ricovero in ospedale. Il risultato è stato che le condizioni del piccolo sono peggiorate e che il ricovero è stato tardivo per salvargli la vita.
A testimoniare contro il medico al Tribunale di Ancona è stata ieri la zia del piccolo, Aurora Olivieri, presente sia alla visita del 23 maggio, sia a diverse chiamate fatte dalla madre del piccolo al dottore sotto accusa. Proprio durante la visita in casa, il medico avrebbe detto ai genitori: “ha fatto tutti questi vaccini, ecco perché è intossicato”. E quando la madre gli disse che il piccolo non riusciva a dormire la notte per via del dolore, l’imputato gli prescrisse: “un intruglio omeopatico per i disturbi del sonno”.
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Bimbo morto per un’otite, il medico omeopata: “In ospedale si muore”
La teste ha spiegato inoltre come la sorella avesse chiesto se fosse necessario il ricovero in ospedale e come questo avesse risposto di no, sostenendo che la febbre a 43 fosse una normale reazione del corpo alla malattia, che i medicinali portavano alla “sordità” e che: “i morti in ospedale ci sono per i farmaci, non per la malattia”.
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Nell’udienza di ieri 27 aprile sono stati ascoltati dal giudice anche la babysitter del bambino, la pediatra di famiglia dalla quale i genitori non andavano da due anni, la dottoressa del pronto soccorso di Urbino di turno quando è arrivato il piccolo e il primario di rianimazione del Senesi di Ancona, l’ospedale in cui il piccolo è deceduto.