Ieri sera Pio e Amedeo hanno difeso Aurora Ramazzotti dagli attacchi sui social dei giorni scorsi (questione degli occhi a mandorla), ma lei non ha affatto gradito il loro monologo sugli stereotipi.
Si fosse fermato lì non ci sarebbe, probabilmente, altro da dire, ma il comico ha continuato a lungo. Prima ha detto che la parola “neg***” non è necessariamente negativa, ma lo è solo se utilizzata con tale accezione. Lo stesso ha detto riguardo la parola “ricchi***“, invitando le persone di colore e i gay a non dare sazio a chi le utilizza con intento offensivo, ma anzi invitando tutti a ridere in faccia a provocatori e maligni per disarmarli. Nel calderone sono stati inseriti anche gli ebrei, Hitler e il Gay Pride.
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Il messaggio che le intenzioni sono quelle che feriscono e non le parole potrebbe essere giusto, ma solo in parte. Purtroppo anni di utilizzo volutamente offensivo hanno caricato quei termini di significato negativo e dunque non basta l’intenzione per cambiarlo. D’altronde non c’è nemmeno motivo per utilizzare una parola forzatamente se questa è o può risultare offensiva nei riguardi di un gruppo di persone. E non è nemmeno come hanno fatto intendere loro, ovvero che questo messaggio sull’intenzionalità non si capisce perché siamo in Italia. Semplicemente anni e anni di vessazioni, insulti e soprusi hanno portato a rendere tali espressioni offensive.
Dire che basta manifestare un’intenzione buona per togliere il significato negativo ad un termine che nella comune percezione è ampiamente negativo non è vero. Prima che questa accezione perda di significato è necessario un cambio di mentalità che non può essere fatto da un momento all’altro. Se è vero che non fornire a chi insulta, a chi è così stupido da voler colpire una minoranza o semplicemente chi è diverso, la soddisfazione della rabbia potrebbe prenderli in contropiede, questo non basta. Bisogna educare le persone a cambiare mentalità, ad aprirsi al diverso e a smetterla di attaccarlo.
Come dicevamo la figlia di Michelle Huziker non ha affatto gradito le parole di Pio e Amedeo. Ecco ciò che ha scritto a tal proposito: “Questa cosa che si continui imperterriti ad avere la presunzione di decidere cosa sia offensivo per una categoria di cui non si fa parte e di cui non si conoscono le battaglie, il dolore, le paure, il disagio, la discriminazione, rimane a me un mistero irrisolvibile”.
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