Christian Brueckner, l’uomo sospettato di essere il rapitore e l’assassino della piccola Madeleine McCann è stato accusato anche per un altro stupro.
Christian Brueckner, l’uomo sospettato di aver rapito e poi ucciso Madeleine McCann, la bambina scomparsa nel 2007 a Praya da Luz in Portogallo, è accusato di uno stupro avvenuto nel 2004. La vittima era una rappresentante del tour irlandese in Algarve, Hazel Behan. Sembrerebbe che l’uomo tedesco abbia aggredito la donna nel suo appartamento a a Praia da Rocha, una località vicino a dove è scomparsa la piccola Maddie. Le accuse dovrebbero andare in porto nelle prossime 12 settimane, questa è la speranza della polizia. L’uomo al momento sta inoltre scontando sette anni di prigione per aver stuprato una donna di 72 anni americana nel 2005. Inoltre, è diventato il primo indiziato del caso “Maddie” solamente l’anno scorso, nel 2020.
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Il pubblico ministero tedesco Hans Christian Wolters, visti i parallelismi tra la violenza contro Hazel Behan, lo stupro della 72enne americana, si dice fiducioso di riuscire a far andare in porto le accuse contro Brueckner. Per quanto riguarda il caso Maddie, il pubblico ministero non ha potuto confermare che il rapitore sia entrato dalla finestra o dal balcone. Se questo dettagli venisse confermato, le accuse per il rapimento della piccola Madeleine McCann contro Christian Brueckner potrebbero diventare più importanti. Questo perché “In ogni caso, la persona è entrata nell’appartamento o nella proprietà della vittima irrompendo, spesso non attraverso la porta“.
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Hazel Behan, che ha deciso di parlare in prima persona di quanto accadutole nel giugno 2020, aveva chiesto alla polizia di riaprire il suo caso. Ha preso questa decisione dopo aver scoperto le somiglianze con lo stupro della donna americana, per cui Brueckner ha ricevuto una condanna nel 2019. In un’intervista rilasciata al Guardian, la donna ha affermato: “Ero senza parole quando ho letto come aveva attaccato una donna nel 2005, sia le tattiche che i metodi che ha usato, gli strumenti che aveva con sé, quanto bene l’aveva pianificato. Ho vomitato, ad essere onesta, perché leggerlo mi ha riportato alla mia esperienza“. Il suo stupratore le aveva puntato un coltello alla gola, l’aveva legata e imbavagliata prima di violentarla ripetutamente circa quattro o cinque ore. Prima di andarsene, l’aggressore l’aveva minacciata di ucciderla.
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