Età, assegno diviso in due, riscatto gratuito della laurea: vediamo da vicino tutte le (possibili) novità sul fronte delle pensioni.
Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, intervenuto in collegamento lo scorso 27 aprile all’evento “Pensioni: 30 anni di riforme”, ha richiamato la necessità di avviare finalmente riforme di lungo periodo sul fronte pensioni. Finestre di uscita per lavoratori fragili, pensione di garanzia per i giovani, facilitazioni per i disoccupati anziani e lavori gravosi sono a suo avviso le misure più urgenti.
La “rivoluzione” del sistema della pensioni
La sostenibilità del sistema pensionistico è uno dei temi “caldi” nell’agenda del governo italiano (e non solo). Finora in Italia si è puntato su provvedimenti temporanei, dagli interventi di salvaguardia degli “esodati” all’Ape sociale, fino a Quota 100 e Opzione donna. Tridico, invece, ha in mente una riforma più organica e di ampio respiro.
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Finestre di uscita per i lavoratori più fragili e lavori gravosi, assegno diviso in due parti e pensione di garanzia per i giovani sono alcune delle soluzioni allo studio per riformare il sistema delle pensioni e che, stando a quanto affermato dal presidente dell’Inps, potrebbero essere prese in esame nei prossimi mesi. Uno dei punti più urgenti è la pensione anticipata con l’imminente scadenza naturale di Quota 100, che dovrebbe essere accantonata definitivamente alla fine del 2021.
“I pensionati in Quota 100 con domanda accolta al 2 marzo 2021 sono 286.226, di cui 82.394 donne e 203.832 uomini, con circa 10 miliardi spesi su 19 nel triennio”, ha spiegato Tridico. Di qui la necessità di mettere a punto una riforma che tenga conto dell’aspettativa di vita diversa tra i vari lavori.
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Un’altra opzione sarebbe quella dell’assegno diviso in due parti: una quota contributiva e una retributiva. Si pensa a una pensione anticipata con la sola parte contributiva a 62/63 anni e 20 anni di contributi, mentre la quota retributiva si otterrebbe a 67 anni con un 1 anno in meno per ogni figlio per le madri lavoratrici e un anno in meno per ogni 10 anni di lavoro gravoso o usurante.
Lo sguardo è rivolto anche al futuro, con la situazione pensionistica dei giovani che rischia di complicarsi a dismisura: dunque pensione di garanzia e riscatto agevolato o addirittura gratuito della laurea. Tra gli altri strumenti da adottare, secondo Tridico, c’è la “staffetta generazionale”, ovvero la trasformazione dei contratti dei dipendenti più anziani in contratti part-time e assunzioni di lavoratori giovani. Il “contratto di espansione” potrebbe essere esteso anche alle imprese al di sotto delle 250 unità (fino a 50) per garantire la pensione con 5 anni di anticipo ai dipendenti allo scopo di assumere giovani.