Il professor Giorgio Galanti è stato condannato a un anno di reclusione nel processo con rito abbreviato per la morte del capitano della Fiorentina Davide Astori.
C’è una prima verità giudiziaria sulla drammatica vicenda di Davide Astori. Il professor Giorgio Galanti è stato condannato a un anno di reclusione, pena sospesa, nel processo con rito abbreviato per la morte del giovane capitano della Fiorentina trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 nella sua camera di albergo di Udine. Tra 90 giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza. Ma la difesa ha già annunciato che ricorrerà in appello.
La notizia è arrivata poco prima di mezzogiorno dal Tribunale di Firenze: per Galanti, unico imputato nel processo per la morte di Davide Astori, il pm aveva chiesto un anno e sei mesi. Il medico era accusato di omicidio colposo per due certificati di idoneità rilasciati al giocatore quando era direttore sanitario di Medicina dello sport dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi (Firenze). Il procedimento, basato su una serie di perizie mediche, ha portato alla condanna del medico anche al pagamento di una provvisionale.
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La compagna di Davide Astori, Francesca Fioretti, ha parlato con i giornalisti all’uscita dal Tribunale: “Sono molto felice e orgogliosa che finalmente sia stata fatta giustizia a Davide, anche se sono molto dispiaciuta perché a oggi lui poteva essere qui con noi- ha affermato -. Spero vivamente che questa sentenza possa servire in futuro a salvare anche una sola vita umana”.
E secondo l’avvocato Alessandro Zonca, legale del fratello di Davide Astori, Marco, “è stata ristabilita la giustizia, ma il dolore è tanto perché se non ci fossero stati quegli errori Davide avrebbe potuto essere ancora qua. Si tratta di una sentenza importante, perché il giudice ha disatteso le conclusioni dei suoi periti”.
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Il difensore del professor Giorgio Galanti, Sigfrido Fenyes si è invece detto “stupito” e ha annunciato: “Aspettiamo le motivazioni e poi impugneremo la sentenza. Dalle carte processuali secondo me la responsabilità di Galanti non emergeva, e neppure dagli esiti della perizia”.
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