Dopo qualche mese difficile la campagna di vaccinazione è entrata nel vivo. Il commissario straordinario pensa alle scuole.
Sembrano lontani i tempi in cui non arrivavano sufficienti dosi di vaccino e c’era la preoccupazione di non riuscire a completare il ciclo vaccinale degli italiani che avevano ricevuto la prima dose. La scorsa settimana sono state raggiunte le 500.000 somministrazioni giornaliere per due giorni consecutivi e l’1 maggio sono stati somministrati 419 mila vaccini, un record per un giorno di festa. Basti pensare che il 25 aprile le somministrazioni erano state poco più di 265 mila.
Il numero totale di somministrazioni in Italia è giunto a 20.652.663 e sono 6.221.316 gli italiani che hanno ricevuto anche la seconda dose di vaccino. In totale sono state utilizzate l’83% delle dosi giunte in Italia, il che significa che ce ne sono 4,5 milioni già a disposizione. Il commissario straordinario Figliuolo, inoltre, ha dichiarato che nel mese di maggio arriveranno 15 milioni di nuove dosi, 2,1 delle quali tra il 5 ed il 7 maggio e tre giunte tra l’1 maggio e ieri.
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Il commissario Figliuolo propone la vaccinazione nelle scuole come contro il vaiolo
Sembra insomma che la campagna di vaccinazione sia entrata finalmente a regime e se i numeri dovessero rimanere stabili (con 25 milioni di dosi di vaccino previste entro giugno), c’è la possibilità che entro la fine dell’estate si giunga al completamento del primo ciclo vaccinale. Dal nuovo hub vaccinale inaugurato a Roma, il generale Figliuolo spiega: “Sulla somministrazione del vaccino anti-Covid agli over 80 ci siamo, con una copertura già dell’85%; sugli over 70 siamo lì; sugli over 60 e anche sugli over 65 invece è opportuno insistere. Dobbiamo completare queste classi, poi apriremo in maniera multipla e parallela su tutte le altre classi di età”.
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Completate le fasce più a rischio, insomma, si procederà con la vaccinazione di massa. A tal proposito l’idea del commissario straordinario per l’emergenza covid è quella di proporre le vaccinazioni anche nelle scuole: “come si faceva una volta negli anni Settanta”. Considerando che per il momento solo il 10% della popolazione è stata immunizzata del tutto siamo ancora all’inizio, ma i presupposti per un’accelerazione della campagna vaccinale ci sono tutti.