Dopo la bufera in cui si sono ritrovati qualche giorno fa a seguito del loro monologo, Pio e Amedeo oggi rispondono per le rime
Pio D’Antini e Amedeo Grieco sono la coppia di comici, entrambi nati nel 1983, e che qualche giorno fa sono finiti nell’occhio del ciclone delle critiche. Questo perché, nell’ultima puntata di Felicissima sera, un varietà in onda su Canale 5, hanno portato sul palcoscenico uno sketch controverso. Nell’arco di 20 minuti, con il monologo L’ironia salverà il mondo, hanno fatto satira su quello che viene definito politically correct. Ma c’è qualcosa che è stato maggiormente contestato e che ha fatto indignare sia diverse persone del pubblico che personaggi famosi. “Se vi chiamano ricchioni, voi ridetegli in faccia perché la cattiveria non risiede nella lingua e nel mondo ma nel cervello. […] Se dici a un tuo amico ‘Ué negro, andiamo a mangiare?’ non lo offendi. Se gli dici ‘nero torna a casa tua!’ sì“. Questi sono solo due esempi estrapolati dal monologo, in cui hanno ironizzato anche sull’essere tirchi degli ebrei, mettendoli a paragone con i genovesi, e su Hitler. Si può essere d’accordo con il loro sketch o meno, ma passiamo alla loro lettera.
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Lettera aperta di Pio e Amedeo
I comici Pio e Amedeo, forse stufi delle critiche che da giorni stanno infuriando intorno al loro pezzo, hanno deciso di mettere la parola fine alla questione con una lettera aperta. Questa non è stata scritta certo per scusarsi, come dicono i comici stessi nelle prime righe, ma per rimarcare due o tre concetti per loro importanti. “Qualcuno forse da questo post si aspetta delle SCUSE e lo avvisiamo subito che rimarrà deluso. […] La politica non ci appartiene. La politica ci omaggia di spunti e personaggi senza distinzioni di partiti per fare quello che vogliamo fare, SATIRA, come abbiamo sempre fatto“.
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Dopo aver specificato il target della loro lettera, Pio e Amedeo continuano dicendo: “Mentre alcuni di ‘voi’ erano impegnati a mettere l’arcobaleno nella foto profilo sui social, i sottoscritti qualche anno fa, sono andati in Russia a respirare la puzza dell’omofobia. Ci siamo messi in prima linea in uno Stato dove non badano troppo ai modi, perché insieme a Vladimir Luxuria eravamo lì per far sentire la voce per il diritto di uguaglianza, e di buona risposta siamo stati spinti in una macchina con violenza da energumeni e siamo stati buttati fuori fisicamente a calci da quel paese dove gruppi di imbecilli adescano ragazzi gay su internet per incontrarli, pestarli e fare un video per postarlo con fierezza sui social…il tutto senza gridare nessuna parola ‘politicamente scorretta’, incredibile! Le persone cattive purtroppo possono fare anche a meno dei ‘vostri’ divieti linguistici“.
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I comici hanno concluso con una stoccata finale che ben mette in luce il loro pensiero: “LE PAROLE HANNO LA LORO IMPORTANZA! Eccome se ce l’hanno…ma non SONO NULLA IN CONFRONTO ALL’INTENZIONE! È logica: ‘le parole non valgono quanto l’intenzione!’ Questo abbiamo detto! NON CI PROVATE. Si può fare così schifo anche usando solo termini ‘politicamente corretti’. Passiamo al nostro suggerimento di usare l’ironia: l’utilizzo dell’ironia laddove si può, è chiaro, è solo quello di tentare di disinnescare l’offesa. NESSUNO HA DETTO CHE l’IRONIA DISINNESCA LA VIOLENZA! La risata è solo un palliativo all’ignoranza, perché se l’ignoranza è come il covid, il sorriderci su e non dare troppa importanza ai vocaboli è il vaccino. E IL VACCINO NON È LA CURA! sorriderci su è solo l’ombrello sotto l’acquazzone“.