Bonus, quali contributi sono interessati dall’esonero previsto dal decreto: Requisiti, modalità e criticità
Il bonus a copertura dei contributi previdenziali da versare nel 2021 per le categorie di lavoratori autonomi e professionisti è in dirittura d’arrivo. Si attende la pubblicazione del decreto interministeriale già firmato dai ministri competenti per la materia in oggetto. Ecco le regole che si attendono dal decreto. Non mancano, però le criticità e i dubbi, stando alla bozza.
I beneficiari del bonus contributi sono gli autonomi:
- con reddito professionale inferiore a 50 mila euro nel 2019 e
- che hanno subito un calo di fatturato superiore al 33% nel 2020 rispetto al 2019. Il reddito è individuato secondo il principio di cassa come differenza tra i ricavi o compensi percepiti e i costi inerenti all’ attività.
Bonus contributi, le domande e le criticità
Le domande per ricevere lo sconto devono essere inviate entro il 31 ottobre 2021 alla propria Cassa di appartenenza secondo le modalità previste da ciascun ente di previdenza. Ad essa sarà allegata anche una autodichiarazione sul possesso dei requisiti richiesti che sono i seguenti:
- di avere avuto nel 2019 un reddito inferiore a 50mila euro
- di aver avuto un calo di fatturato non inferiore al 33% nel 2020 rispetto al periodo di imposta 2019
- di non essere stato, per il periodo oggetto di esonero, titolari di contratto di lavoro subordinato, con esclusione del contratto di lavoro intermittente senza diritto all ‘indennità di disponibilità
- di non essere stato, per il periodo oggetto di esonero, titolari di pensione diretta, diversa dall’assegno ordinario di invalidità
- di non aver fatto domanda per lo sgravio presso altri enti previdenziali
- di essere in regola con i versamenti della contribuzione previdenziale obbligatoria
Per quanto riguarda le criticità, ecco quelle individuate stando sempre alla bozza:
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- contributi di competenza 2021 per molte Casse non vengono riscossi entro il 31 .12 2021 bensì l’anno successivo:
- la legge di bilancio che parla di “Reddito complessivo” su cui si calcolano i contributi mentre il decreto scrive “reddito professionale”
- la regolarità contributiva richiesta non è uguale per tutte le Casse previdenziali che hanno regolamenti autonomi
- il requisito dell’assenza di contratti di lavoro dipendente è penalizzante per i tantissimi professionisti che svolgono altre attività poichè fatturano non abbastanza.
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