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Assegno unico figli, non parte più a luglio: quando inizia e chi può averlo

Situazione assegno unico figli, la sua introduzione subisce uno slittamento ma entreranno in vigore misure suppletive fino ad allora.

Assegno unico figli Foto dal web

Assegno unico figli, slitta tutto quanto al 2022. Nonostante Mario Draghi avesse annunciato lo start per il prossimo 1° luglio, tutto quanto viene adesso spostato in avanti di un anno circa.

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Tutta colpa di un si alla legge delega 41/2021 che non è giunto entro i tempi necessari. Quello dell’assegno unico figli è rivolto ai giovani con età inferiore ai 21 anni e rientra nel novero della riforma in materia di politiche di aiuti alle famiglie con prole.

Ad ogni modo luglio non resterà un periodo morto, in questo senso. Infatti il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha fatto sapere che è in studio una misura provvisoria in grado di arrivare fino all’anno prossimo.

La cosa dovrebbe coincidere con la erogazione di un assegno più semplificato. Quello previsto nella riforma vera e propria dovrebbe garantire un massimo di 250 euro di aiuti per le famiglie idonee. Fino ad allora potrebbero esserci importi “ponte” inferiori e direttamente proporzionali al reddito.

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Assegno unico figli, a quanto ammontano i fondi

Cosa che non dovrebbe pesare poi sulle vecchie misure di sostegno. Rimarranno per il 2021 le detrazioni fiscali per figli a carico e per sostegno ai genitori. Stessa cosa pure per il premio alla nascita e per il bonus bebè.

Tutte misure che per la Bonetti garantiranno una perdita zero per le famiglie. In base a quanto decretato nell’ultima legge di Bilancio, ci sono 3 miliardi di euro di fondi per i provvedimenti di sostegno alle famiglie, più altri 4,7 mld derivanti dagli Anf, gli Assegni per nucleo familiare.

Considerando ciò, un assegno ponte per ogni figlio dovrebbe garantire comunque 100 euro per ciascuno, in attesa che parta nel 2022 la misura principale. La sua durata sarà di 6 mesi e coprirà quindi l’intero 2021. Saranno vincolanti il reddito famigliare calcolato con l’Isee, la necessaria residenza in Italia da almeno due anni (anche non continuativi) ed un regolare permesso di soggiorno nel caso di extracomunitari.

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Quali sono i requisiti richiesti per beneficiarne

Inutile sottolineare come si debbano avere dei figli con età inferiore ai 21 anni a carico. Potranno beneficiare del sussidio non solo i lavoratori del settore pubblico e privato ma anche liberi professionisti, autonomi e soprattutto disoccupati.

È obbligatorio risiedere in Italia per tutta la durata dell’assegno e pagare l’imposta sul reddito. L’assegno spetta ad entrambi i genitori o, nel caso, a chi ne fa le veci. Mentre con divorzi e separazioni va alla figura che ha ottenuto l’affidamento, altrimenti si divide in egual misura.

C’è da precisare come l’assegno unico figli garantisca un importo minore per i giovani che fanno parte della fascia di età tra i 18 ed i 21 anni ed il maggiore deve frequentare l’università oppure un corso di formazione professionale o didattica.

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C’è compatibilità con reddito di cittadinanza ed altri sussidi?

Per gli altri bisogna seguire il servizio civile, un tirocinio oppure un lavoro di basso reddito. Hanno diritto all’aiuto anche i figli di massimo 21 anni senza un lavoro. L’importo può essere corrisposto loro direttamente.

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Sono previste maggiorazioni per portatori di handicap, stimate tra il 30 ed il 50%. E c’è anche una eccezione per figli disabili con anche più di 21 anni, ma in questo caso senza maggiorazione.

Non si sa ancora in che modo arriverà l’erogazione. Si pensa ad una somma mensile oppure ad un credito d’imposta e sarà cumulabile con il reddito di cittadinanza e con la pensione di cittadinanza, oltre che con altri sussidi a carattere locale e regionale.

Foto dal web
Salvatore Lavino

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