Reddito di emergenza, in 800mila hanno chiesto l’aiuto per marzo, aprile e maggio. Ma l’Inps non ha ancora versato un euro
Proseguono le domande per la proroga del reddito di emergenza prevista dal decreto sostegni bis. Sono arrivate a 800mila circa le domande del reddito per i periodi di giugno e luglio. E’ un bonus una tantum per i mesi in cui tengono banco ancora le conseguenze economiche della pandemia. Tuttavia, mentre il governo proroga il reddito a chi è in difficoltà, mancano i pagamenti da marzo. Considerando che sono persone che non rientrano nei parametri degli altri aiuti, bonus vari o reddito di cittadinanza, il danno è notevole. Si sarebbe dovuto partire il 15 maggio, poi si è deciso di posticipare la partenza del beneficio al 31 maggio, ossia 15 giorni dopo.
Reddito di emergenza, non arriva da marzo
Il Fatto Quotidiano ha raccolto qualche testimonianza di coloro che hanno fatto domanda per il redito di emergenza: “Ho percepito il Rem nel 2020 avendo tutti i requisiti richiesti e ora ho rifatto la domanda il secondo giorno utile, l’8 aprile”, racconta Paola. “È passato più di un mese e non è stata neppure esaminata. La prima domanda l’avevo fatta il 27 maggio e l’8 giugno era già stata accolta”, ha proseguito Paola, “per la seconda in autunno ci sono volute tre settimane. Ora dopo un mese la mia pagina Inps relativa alla richiesta recita “istruttoria non ancora eseguita”. È un ritardo importante, considerando che la prima rata dovrebbe coprire il mese di marzo”.
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Poi il quotidiano indipendente ha sentito anche l’ente erogatore, vale a dire l’Inps: “Sono stati già avviati i riscontri preliminari sui requisiti di accesso previsti dalle norme”, hanno fatto sapere dall’ente. I ritardi potrebbero essere dovuti al fato che il governo Draghi ha voluto eliminare l’automatismo dell’erogazione automatica a coloro che avevano già ricevuto il reddito. Le domande sono state nuovamente inoltrate ex novo e questo sta provocando rallentamenti.
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