I casi di trombosi letali per due vaccinati con AstraZeneca hanno allertato le autorità sanitarie italiane. Cosa accadrà adesso.
Dopo i due casi letali legati al vaccino AstraZeneca, con l’emergere di altrettante trombosi letali che sono costate la vita ad una 18enne in Liguria e ad un 54enne in Lombardia, le autorità sanitarie italiane hanno dovuto prendere dei provvedimenti vietando proprio il ritrovato britannico a chi ha meno di 60 anni di età.
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Cosa che ha causato l’annullamento degli open day e di appuntamenti analoghi previsti in origine ed aperti a tutta la fascia della popolazione. Già il Ministero della Salute, per bocca del titolare Roberto Speranza, ha confermato qualche giorno fa quale sarà la soluzione per rimediare a ciò.
Ed ora giunge anche la conferma da parte dell’Aifa. L’Agenzia Italiana del Farmaco conferma che gli under 60 vaccinati con AstraZeneca nel corso della prima tornata, riceveranno poi o il Moderna o il Pfizer nel corso dell’appuntamento previsto per il richiamo.
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La vaccinazione mista è ritenuta sicura ed anzi, Speranza ha citato alcuni dati tedeschi secondo i quali questo porterebbe ad avere un livello di protezione contro il virus anche più potente.
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Anche l’Aifa si basa su delle osservazioni cliniche sottolineando come “la risposta degli anticorpi e la reattogenicità risultino più potenti”. Per procedere in tal senso serve una apposita legittimazione a norma di legge, che finirà molto presto in Gazzetta.
Tanto AstraZeneca quanto Pfizer e Moderna funzionano su princio di mRNA e mostrano così dei tratti in comune ed una marcata compatibilità. Secondo il Comitato tecnico scientifico, la vaccinazione mista non presenta effetti collaterali.
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In Germania è già avvenuta e, come detto, gli studi e le analisi di riferimento non lasciano timori di sorta. La seconda vaccinazione, nelle indicazioni delle autorità sanitarie di casa nostra, deve avere luogo a circa 8 o 12 settimane di distanza dall’ottenimento della prima dose.
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