Raffaella Carrà, Renzo Arbore: «Con lei è morta la televisione. Quella volta che accettò la corte di Berlusconi»
La morte di Raffaella Carrà ha scosso tutta l’Italia, in particolare il mondo dello spettacolo. Un’icona dell’Italia del boom della tv. Particolarmente scossi i tanti personaggi del settore che l’hanno conosciuta anche personalmente. Tra questi un altro genio dello spettacolo, Renzo Arbore che l’ha ricordata sulle colonne di Leggo: “È un momento tristissimo per chi l’ha amata e per chi ha amato la grande televisione. Abbiamo perso una colonna dello spettacolo, una protagonista della bella tv italiana. Ci lascia orfani, un lutto per tutti noi che abbiamo amato la tv più bella del mondo, quella italiana con Raffaella, Corrado, Mina, Luttazzi, Salce, Trapani, Falqui. Si chiude il sipario. Lo dico da spettatore e non da protagonista».
Carrà, Arbore ricorda il corteggiamento di Berlusconi
Poi un riferimento alle frequentazioni fuori dal palco. Arbore era amico di Gianni Boncompagni che ha avuto una lunga relazione con Raffaella: “Ricordo che una volta Gianni andò su tutte le furie quando Raffaella accettò la corte di Silvio Berlusconi e della sua tv. Il motivo? Perché in casa arrivarono mille rose rosse e lui non sapeva dove metterle. Le piazzò nei corridoi, al bagno, vicino al portone, ovunque. Non ne poteva più di vedere rose ovunque».
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Poi un ricordo sullo stile: “Era contenta perché si sentiva amata dal pubblico, osannata dai bambini e dal pubblico dei gay. Non aveva nemici né avversari, al massimo avrà esagerato con qualche costume di scena ma non l’ho mai vista arrabbiarsi.
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Una donna molto riservata, intelligente. Nessuna scenata anche quando lei e Gianni si lasciarono. Raffaella se ne stava per molti mesi in Sudamerica, lui faceva un’altra vita qui e la storia si spense”, conclude Arbore.