Rivelazione da brividi di Lello Arena, compagno di viaggio e amico del grande Massimo Troisi: “Ho un rammarico”
Massimo Troisi, un grande artista del cinema italiano che ha lasciato il mondo troppo presto. Ne ha parlato dopo tanti anni di silenzio Lello Arena, compagno di viaggio dagli esordi teatrali di Massimo Troisi con “La Smorfia” insieme a Enzo De Caro. L’artista ha parlato al Corriere della Sera rivelando il suo rammarico per un litigio tra i due che li allontanò. Lello Arena è partito raccontando i suoi inizi: “Forse per il fatto che mi prendevano in giro i compagni di scuola. Prima di tutto per il mio cognome: Arena significa sabbia, e mi avevano soprannominato Lello Sabbia, poi per il mio strabismo, mi chiamavano ‘uocchie stuorte’ (occhi storti). Pian piano, la mia è stata una reazione, recitavo un ruolo, lo strabismo un marchio di fabbrica, una piccola diversità che mi ha reso riconoscibile al futuro pubblico.”
Troisi, Lello Arena confessa
Poi passa alle esperienze importanti al teatro con Massimo Troisi e Enzo De Caro: “Ci divertivamo da matti: io ero il più brutto e giocavo sulla mia diversità. Enzo, il più bello: a teatro le prime file erano gremite di signorine che venivano per lui”. Poi il passaggio più carico di emozioni, il ricordo di Massimo: “Mio più caro amico, una persona sensibile, delicata, una bella mente. Nelle sceneggiature lui mi assegnava il ruolo e poi ci lavoravamo assieme, con lui era un gioco continuo.” Poi ad un certo punto la rivelazione sul litigio che mai aveva fatto prima: “Ci fu un periodo di rottura sul set di un film “Le vie del Signore sono finite”.
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Dovevo interpretare un personaggio, un paralitico, poi affidato ad un altro attore. Ne avrei dovuto fare un altro, ma la troupe insisteva che dovevo fare proprio quello e Massimo credette che fossi io a insistere per il ruolo, che tramassi alle sue spalle. Non era vero.”
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Un litigio che li allontanò e che ha lasciato un rammarico a Lello Arena: “Negli anni seguenti, tra una telefonata e l’altra, ci riconciliammo e ho un solo rammarico: averlo lasciato troppo solo.“