Legato ai tempi a Serena Mollicone, il super teste conferma la volontà della sfortunata ragazza di voler denunciare per droga Marco Mottola.
La vicenda che riguarda l’uccisione di Serena Mollicone ancora oggi presenta dei dettagli oscuri. Nel corso degli anni la famiglia ha lottato affinché si proseguisse nella ricerca della verità, riuscendo anche ad evitare l’archiviazione.
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Sono trascorsi più di 20 anni da quando Serena Mollicone venne uccisa. Era il 1° giugno del 2001, con il delitto che avvenne nelle primissime ore. Il corpo della 18enne sarebbe poi emerso a distanza di qualche giorno, nei boschi di Arce, in provincia di Frosinone. Aveva gli arti legati e la testa coperta da un sacchetto.
Adesso si registrano le significative parole di colui che, ai tempi, era il suo fidanzato. Si tratta di Michele Fioretti. Nella giornata di venerdì 16 luglio 2021 questi, chiamato a testimoniare in tribunale, ha confermato come una settimana prima di morire, Serena maturò la decisione di denunciare Marco Mottola.
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Serena Mollicone, l’ipotesi sul delitto
Si tratta del figlio dell’allora comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco Mottola. Marco pare fosse un elemento di riferimento dello spaccio di droga in zona.
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Il processo sul caso di Serena Mollicone è in corso di svolgimento a Cassino. La deposizione di Fioretti è avvenuta alla presenza dei cinque imputati, ovvero i due Mottola, la moglie di Franco e madre di Marco, Anna Maria, e poi i due ex carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.
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Ci sarebbero degli elementi tali da far pensare che Serena Mollicone sia morta proprio all’interno della caserma dei carabinieri di Arce.
E gli imputati si sarebbero dati da fare per insabbiare il tutto. Inizialmente venne imputato un meccanico della zona per il delitto, poi prosciolto tempo dopo. Ora si è giunti a questo epilogo dopo ben 20 anni.