Haute Couture, un termine ricorrente soprattutto durante le vari fhasion week o i grandi eventi legati al mondo della moda ma sappiamo veramente che cosa significa?
Nel nostro immaginario lo leghiamo a un qualcosa di lussuoso ed esclusivo, di sofisticato e ben curato, di unico e prestigioso. L’houte couture è per noi nella moda ciò che Picasso è per l’arte: qualcosa di unico e, al tempo stesso, senza valore (nel senso però più positivo del termine).
Questa l’idea che aleggia nel nostro cervello sentendo le due magiche parole ma poi, a conti fatti, sappiamo veramente che cosa significa Haute Couture? Stiamo per scoprirlo oggi insieme.
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Che cosa significa Haute Couture?
L’haute couture è per definizione originale, costosa e di gran qualità.
Se volessimo semplificare il termine potremmo definirlo come un sinonimo di “alta moda”, la definizione francese degli abiti più esclusivi che vediamo in passerella durante le varie fashion week.
Del resto il termine “couture” indica in francese l’arte della moda femminile (così come ci spiega il sito della Treccani), abbinato al termine haute s tradurrà per l’appunto con alta moda.
Che cosa rientra allora sotto questa definizione? Ogni genere di capo, a patto ovviamente che si contraddistingua per qualità, fattura eccelsa, originalità ed eleganza. Questi gli elementi che, in fin dei conti, identificano il più delle volte un capo di alta sartoria.
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Fu Charles Frederick Worth a Parigi a ideare il concetto di haute couture nella seconda metà del XIX secolo. Furono poi quelle che ancora oggi consideriamo come griffe immortali a consacrare però il concetto, prima fra tutte Coco Chanel, seguita da Christian Dior.
Il concetto viene poi solitamente contrapposto a quello di pret-à-porter, un filone più “indossabile” delle collezioni che, di fatto, costituisce una vera e propria seconda collezione rispetto a quella che vediamo sfilare in passerella.
Armani, Valentino, Dolce&Gabbana, Dior: sono pochi i brand del pantheon della Haute Couture, un gruppo ristretto nel grande olimpo della moda. Tanti di questi marchi ne hanno poi creai altri, griffe secondarie che si occupano della produzione per l’appunto di pret-à-porter, con taglie standard invece che di sartoria e prezzi decisamente più convenienti.
Ora siamo sicure che guarderete le prossime collezioni in passerella con occhio decisamente diverso o, quantomeno, più consapevole. Vi sentite pronte?