La moda diventa ecosostenibile: sempre più marchi e start up riutilizzano cotone e vestiti dismessi per evitare l’impatto ambientale. Vesti green, fai bene all’ambiente!
Inquinamento ambientale, sprechi, rifiuti e plastica abbandonata stanno contaminando sempre di più la nostra terra costringendoci a trovare con estrema rapidità soluzioni che possano migliorare una situazione destinata ad evolversi verso esiti disastrosi.
Industrie, brand di fama internazionale, pubblicità e personaggi famosi stanno cercando di sensibilizzare il mondo intero prima che sia troppo tardi.
Ogni settore di produzione sta trovando delle proposte innovative che possano contribuire a ridurre sprechi ed inquinamento. Uno fra questi è il settore della moda dove tinture e processi chimici utilizzati nella lavorazione dei tessuti provocano un grave impatto ambientale.
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Secondo la ricerca scientifica pubblicata su Nature Reviews Eart and Environment, infatti, l’industria della moda utilizza 79 mila miliardi di litri di acqua ogni anno e produce 92 milioni di tonnellate di rifiuti, oltre ad essere responsabile di circa il 10 % di emissioni di anidride carbonica.
Alcuni stilisti famosi, uno tra questi è Gucci, hanno deciso di abbracciare la causa del riciclo creativo producendo nuovi abiti con tessuti di scarto delle produzioni precedenti; questa tendenza, in particolare, è risultata vincente soprattutto dopo il periodo di chiusura dovuto al Covid-19 che ha causato perdite ingenti e un accumulo di tessuti inutilizzati mai avuto prima.
Anche H&M, colosso della moda svedese e da sempre sensibile a questo tema, è stato il primo a proporre il circulose, materiale interamente realizzato da tessuti scartati. Per sensibilizzare e coinvolgere anche i suoi clienti, inoltre, ha introdotto nei suoi negozi dei punti di raccolta di indumenti usati per i clienti, i quali, in cambio degli abiti dismessi, ricevono come premio un buono sconto per acquisti futuri.
Anche in Italia abbiamo esempi virtuosi di moda circolare grazie al Football Club di Crotone che ha realizzato le divise in poliestere 100% riciclando le bottiglie di plastica e alle startup Orange Fiber e Due di Latte, le quali sono riuscite a produrre tessuti utilizzando agrumi e fibre del latte.
In generale, poi, sono molti i materiali che siamo soliti buttare e che si stanno rivelando delle fonti preziose di recupero come le reti da pesca, e i collant, da cui si ricava il nylon.
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Il Circular Fashion Report 2020 ha asserito che il mercato della moda circolare ha un valore potenziale di gran lunga superiore a quello tradizionale, circa il 63% in più; non solo sembra che il pubblico che è interessato maggiormente ai temi di ecosostenibilità e materiale green siano i giovani, coetanei di Greta Thunberg, i quali al grido di “Lessi is more” si battono affinchè il loro futuro possa essere più roseo, o semplicemente più Green.
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