Tarocchi, cartomanti, rituali, scopriamo insieme la storia che si cela dietro una delle più celebri maison, le cui creazioni contengono elementi specifici di design, che evocano proprio il mondo della superstizione.
Lo raccontano le cronache degli anni Quaranta, che il noto stilista usava seguire pratiche legate all’occultismo, come leggere i tarocchi, compiere rituali scaramantici prima di ogni fashion show e l‘uso di oggetti porta fortuna.
Si dice che ci fu un profetico incontro tra lo stilista, quando era solo un adolescente, e un indovino che gli raccontò previsioni mistiche, che lo condizionarono poi per tutta la sua vita. L’aneddoto racconta che nell’anno 1919, il veggente avrebbe letto il palmo della mano dello stilista e avrebbe rivelato che sarebbe diventato famoso grazie alle donne e così fu, egli divenne uno dei più acclamati couturier del suo tempo. Stiamo parlando di monsieur Christian Dior, definito come l’uomo più superstizioso del mondo.
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Christian Dior e la sua vita tra moda e superstizione
L’esistenza del grande creatore di moda, Christian Dior, è dunque indissolubilmente connessa alle pratiche mistiche, che lo stilista segue nella sua quotidianità e nel lavoro. Ecco che tante sue scelte creative erano legate proprio al mondo della superstizione, come cucire rami di mughetto negli abiti per decretarne il successo.
Dior consultava anche una chiaroveggente per prevedere l’esito, positivo o meno, delle sue collezioni che aveva in mente di realizzare. Non solo, lo stilista francese fece in modo che il suo atelier avesse otto laboratori, per proteggerlo dal malocchio e sfortune, grazie proprio a questo numero beneaugurante.
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Madame Delahaye era una indovina che abitava a Parigi, senza la quale Dior non avrebbe preso alcuna decisione. Grazie a lei, il grande couturier decise di fondare la sua omonima Maison.
La sua prima collezione, presentata il 12 febbraio 1947, rivoluzionò per sempre la silhouette femminile e conteneva i simboli superstiziosi nascosti tra gli orli degli abiti. Christian Dior portava sempre con sé un quadrifoglio, un pezzo di legno e un pezzo d’oro, con i quali si sentiva più sicuro e protetto.
Lo stilista prestava una grande attenzione anche al significato dei numeri, come ad esempio il tredici, che divenne essenziale nel suo lavoro. Quest’ultimo – che nei tarocchi simboleggia la morte e la rinascita di qualcosa di nuovo – rappresentava così il numero delle sue modelle che sfilavano in passerella per le sue collezioni.