L’abito icona di un film icona: conosci la strana storia dell’abito bianco indossato da Angelica Sedara, alias Claudia Cardinale, nella scena del ballo di Il Gattopardo?
Un bianco trionfo di pizzi, ricami e stile. E’ l’abito bianco indossato da Claudia Cardinale nei panni di Angelica Sedara, un capo che, così come la scena di cui fa parte, è entrato nella storia del cinema.
In Il Gattopardo Claudia Cardinale interpreta la bellissima Angelica Sedara, la ragazza di cui Tancredi (che qui ha il volto magnifico di Alain Delon) si innamora.
Nonostante i modi imparati in un collegio fiorentino, Angelica è l’emblema della borghesia arricchita, la classe sociale in ascesa, decisamente lontana dai modi della nobiltà (e il padre di Angelica, Don Calogero ben lo fa vedere) ma senza dubbio con tanto denaro a disposizione.
Per il Principe Don Fabrizio Salina, di cui Tancredi è nipote, appare difficile accettare un simile legame ma dovrà poi cedere, adattandosi, seppure con molta fatica, ai cambiamenti sociali che l’unione d’Italia sta inevitabilmente portando.
Il ballo tra il Principe Salina e Angelica diviene così fulcro del film, emblema di questa accettazione, e l’abito sfoggiato da Claudia Cardinale in questa scena sarà per traslato l’icona del film di Luchino Visconti.
Si tratta in effetti di un abito molto speciale la cui storia, udite udite, è ancora più singolare.
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Piero Tosi fu uno dei costumisti più importanti del cinema italiano. Uno dei massimi esempi di questa folgorante carriera fu proprio Il Gattopardo con una splendida Claudia Cardinale che debuttava nella società nobiliare siciliana con un ampio abito bianco.
In tutto il film i costumi hanno un forte valore simbolico, incarnano i pensieri e il fato stesso a cui i personaggi vanno incontro.
Ecco allora che Angelica, emblema e avamposto dei nuovi ceti sociali emergenti, viene immersa da Piero Tosi in un candido e smisurato abito da sera realizzato in pura organza con una dozzina di strati di tulle, incarnazione della luce che, per il breve tempo di un valzer, dilegua le tenebre del cupo abito da cerimonia del principe.
Tecnicamente si tratta di un abito da ballo in organza avorio a righini lucidi e opachi, montato su base di seta verde chiarissimo. Scollo con berta e fiocco in faille di seta verde acqua. Le ruches sono di organza avorio a righe.
L’abito di Angelica nacque a partire da un’accurata ricerca storica sulla stoffa, la foggia, la fattura degli abiti di metà Ottocento. il risultato non poteva certo essere un capo comodo da sfoggiare e Claudia Cardinale ne sa qualcosa.
”Noi, il duo Tirelli-Tosi – racconta Umberto Tirelli, fondatore nel 1964 della sartoria Tirelli Costumi – fummo in quegli anni una coppia di autentici torturatori. Lo puo’ testimoniare Claudia Cardinale, la bella e affascinante Claudia. Per il ballo del Gattopardo le stringemmo la vita da 68 a 53-54 centimetri. Un busto diabolico. Le riprese durarono un mese: Claudia ne usci’ piagata. Fu eroica”.
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Scomodo o meno, la realizzazione di questo abito valse nel 1964 al maestro Piero Tosi la prima delle cinque nomination allOscar per il miglior costume (le successive furono quelle per i costumi di Morte a Venezia, Ludwig, Il Vizietto e La Traviata).
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