L’ultima, e postuma collezione di Virgil Abloh per Louis Vuitton alla Paris Fashion Week, recentemente scomparso a causa di una lunga malattia, è un inno all’avanguardia e all’arte che vi lascerà a bocca aperta
Uno spettacolo, una performance, una coreografia acrobatica e un concerto d’archi: il tributo di Louis Vuitton a Virgil Abloh è tutto fuorché una semplice sfilata.
L’ultima, per la precisione, del direttore artistico scomparso prematuramente lo scorso novembre a 41 anni dopo un’intima quanto sofferta lotta contro una lunga malattia che ha portato via uno dei designer più visionari che la moda abbia mai conosciuto.
Surreale quanto realistica, la sfilata autunno/inverno 2022/2023 uomo di Louis Vuitton si è svolta in occasione della Paris Fashion Week ed è stata, indubbiamente, quella più attesa di tutte.
Nella cornice de Le Carreau du Temple si sono avvicendate le performance dei modelli che in passerella hanno portato la perfetta unione fra street style e haute couture che solo Abloh era in grado di coniugare in questo modo.
Un vero e proprio inno avanguardista, nel quale ali, simbologie animali, tagli geometrici e le linee caotiche tanto precise e minuziose quanto caotiche dello street style si sono unite dando vita a una delle collezioni uomo, a nostro avviso, più belle di sempre.
“Louis Dreamhouse”: la sfilata autunno/inverno 22/23 di Louis Vuitton by Virgil Abloh
Uno show estremamente complesso, il cui svolgimento si articola all’interno di una cornice decisamente surreale.
Al centro del Carreau du Temple un prefabbricato che richiama una tipica abitazione americana con un tetto rosso e annesso camino fumante e con scale interne, a cui accanto è stata collocata un’enorme tavolata dove l’orchestra Chinke!, diretta dal maestro Gustavo Dudamel, suonava Tyler, The Creator.
Una passerella coreografica nella quale i modelli hanno portato in scena la collezione uomo autunno/inverno 2022/2023, la nuova di Louis Vuitton l’ultima di Virgil Abloh.
Uno street-couture avanguardista e fluido, in cui l’hanno fatta da padrona bomber collegiali, blazer minimal, completi sartoriali e pantaloni monogrammati.
I veri protagonisti sono però gli accessori, come le maschere a forma di animali, quelle da medico della pesta monogrammate, ali da angelo, maxi origigami con monogrammi e borse futuristiche a forma di secchiello di vernice e mazzo di fiori in pelle.
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Da brivido il finale della sfilata-esibizione, con annessa standing-ovation del pubblico e un’invasione di tutto il team creativo sulla passerella che si stringe fra l’emozione di tutti.
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Uno spettacolo che soprattutto crea un punto di cesura nella storia del menswear che con Virgil Abloh ha fatto un tuffo dritto nel futuro.