La storia di Versace non racconta solo di un uomo, ma di un artista, un visionario, un sognatore e…concretezza: scopriamo insieme la sua moda!
Ha segnato qualsiasi stile, design e ispirazione della fine del XX secolo, con una moda fresca, talmente nuova da sembrare già intrinseca nei ricordi di tutti: Gianni Versace, un nome, una garanzia di successo e bellezza. Ha reso la donna un vero monumento artistico, da dover essere osservata da tutte le angolazioni per coglierne il particolare, la leggiadria e la sofisticatezza.
Lasciato questo mondo troppo presto, Versace ancora ad oggi è la descrizione totale e puntigliosa di uno stile eterno e che difficilmente potrà cadere nel dimenticatoio. Nonostante la sua morte, la sua essenza aleggia ancora tra le passerelle e la sua mano non sembra essere mai del tutto sparita. Ma come nasce il mito Versace e qual è la sua storia? È davvero incredibile!
Chi ha avuto il grande onore di poter lavorare con Gianni, osservarlo scrupolosamente inventare, focalizzarsi sulla scelta dei materiali e poi dei design, poteva sorbirne la forza, l’essenza e l’incredibile fantasia. Ma per comprenderlo appieno dobbiamo fare un piccolo viaggio nel tempo, dirigendoci a Reggio Calabria, all’interno della sartoria della madre Franca, dove ebbe la sua prima vera formazione.
La madre non andò mai contro il desiderio di Gianni nel voler imparare l’arte sartoriale, anzi, con devozione gli insegnò tutto ciò che sapeva e se ad oggi abbiamo un nome come Versace, a Franca dobbiamo moltissimo. Nel 1972, poco più che ventenne, Gianni inizia a lavorare per Callaghan come stilista e il suo talento lussuoso lo portò ben presto a entrare nel mondo di Alma.
Nel 1978 apre la maison e quindi la sua prima boutique insieme a Claudio Luti e Santo, suo fratello. Già dagli esordi il suo stile e l’idea che avesse della donna conquistarono l’Italia così come il resto del mondo. I suoi abiti furono per il tempo che viveva di un’avanguardia pazzesca, moderni, con una concezione che si distaccava dal classico pur prendendo riferimento alla storia della sua terra, così come dell’Antica Grecia.
Oroton, cut out sensazionali, il famoso e discusso bondage dress di cui Donatella, sua sorella amatissima, ne sfoggiò la bellezza in diretta sul red carpet, diventando poi la prima vera ambasciatrice della maison, le stampe barocco ricche di cerchi, dall’aria rococò che nell’insieme governava tra tutte le altre proposte.
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Gianni Versace non ha solamente regalato ad una generazione il gusto del vestire, ma qualcosa di molto, molto di più: la visione squisita di un futuro che, nonostante l’incertezza, si schiariva come il Sole fa dopo una tempesta. Grazie a Gianni la moda è stata afferrata con le mani, dolcemente rivoluzionata e sfoggiata in un nuovo sapore.
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Il suo storico logo della Medusa non fu scelto difatti a caso: a detta sua, chiunque avesse guardato Versace avrebbe dovuto spalancare occhi e bocca, rimanere atterrito e pietrificato, proprio come quando si guarda negli occhi la testa di serpenti. E tutti noi, ancora ad oggi dopo vent’anni dal suo assassinio sulle scale della casa di Miami di Ocean Drive, ne siamo innamorati.
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