Le paillettes ad oggi sono tra le decorazioni per tessuto più chic in assoluto, ma conosci la loro storia? Bisogna fare un viaggio nel tempo!
Brillanti, di colore neutro, grigioperla oppure di nuance fluo: ad oggi le paillettes rappresentano in assoluto le applique sui tessuti più In del momento, messe un po’ da parte negli ultimi anni, ma riscoperte già nelle passerelle della moda 2021/22.
Riconfermate quest’anno in soluzioni più chic, questi minuscoli dischetti semirigidi servono per completare i tessuti di gonne, cappelli, guanti, pantaloni e persino giacche, modificando visibilmente l’intero outfit. Da sempre sinonimo di brio, savoir-faire sbarazzino, le paillettes ad Hollywood sono dei veri must have, specialmente durante gli eventi di Grant Gala.
Ma se vi dicessimo che la loro storia è molto antica? Nonostante possano sembrare il frutto di una moda odierna, bisogna in realtà fare un viaggio nel tempo. Perché non scopriamo insieme la storia delle paillettes?
Le paillettes vengono solitamente utilizzate per poter conferire a un determinato capo una certa eleganza, oltre alla personalità. Multicolor, ton sur ton oppure dalle note gold e silver, possiamo trovarle sulla superficie di gonne, maglioni, guanti, cappelli, sciarpe e persino blazer. Un tempo indirizzate alla moda aristocratica, arrivando poi al cinema e per le vamp women, ad oggi le paillettes sono adatte persino ad un look da giorno. Ma quando e come nascono?
Ricordate quando vi avevamo parlato della nascita degli strass? La storia delle paillettes ha la stessa valenza poiché antica quasi quanto il mondo. Pensate infatti, che secondo gli studiosi l’invenzione di questi dischetti decorativi per tessuti deriva proprio da Tutankhamon. Le sue vesti ritrovate erano ricoperte da questi piccoli cerchietti che sicuramente, un tempo brillavano quasi di luce propria.
Molto probabilmente l’ispirazione per realizzare le piallettes venne dalle squame dei pesci, che con la luce creavano un gioco di luce decisamente interessante e coinvolgente, tanto da riportarlo poi sulle vesti ufficiali del faraone. Gli arabi erano soliti attaccare sulle proprie vesti delle piccole monete d’oro per indicare il lusso e l’alta posizione sociale, scoraggiando quindi i ladri nel derubarli per non incorrere in punizioni piuttosto gravi.
Persino Leonardo da Vinci, tra i suoi incredibili progetti, progettò una macchina in grado di replicare questi piccoli dischetti in serie, molto probabilmente sotto richiesta di qualche sarto famoso dell’epoca che ne desiderava la facilità d’esecuzione per far contenti i signori dei palazzi reali. Le paillettes arrivarono addirittura alla corte napoleonica, in cui gli abiti di uomini e donne erano decorati con fili di paillettes sugli orli, sulle maniche oppure addirittura porzioni ampie di corpetti e colletti.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, il cinema vide una luce quasi accecante grazie alle paillettes, relegate stavolta a un pubblico femminile, in particolare attrici di teatro oppure cantanti che prediligevano abiti da sera lunghi e neri, tempestati di questi dischetti luminosi. Nonostante questo, la realizzazione delle paillettes era particolare, spesso chi indossava gli abiti paillettati doveva far fronte al peso, poiché in ferro o in metallo.
Ma negli anni 50 e 60 a Herbert Lieberman venne un’idea entusiasmante: si accorse che utilizzando la cellulosa delle pellicole dei film per realizzarle, la resa scenica e fotografica era davvero pazzesca. Le attrici non si stancavano, gli abiti erano molto leggeri e l’effetto in telecamera era sconvolgente. Joan Crawford fu tra le prime donne attrici a sfoggiarle per look da giorno, in questa nuova veste leggerissima e sensuale.
Ben presto, personalità di spicco come Michael Jackson, Madonna e David Bowie puntarono molto al livello scenico sulle paillettes, scolpendo nel ricordo di tutti noi i costumi più belli di sempre e…il resto è ovviamente una storia meravigliosa!
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