Zara, colosso indiscusso della moda prêt-à-porter è ad oggi uno dei brand più in voga: ma conoscete la sua storia e chi sta dietro al classico logo? Scopriamolo insieme!
Se ad oggi dovessimo ricevere un invito improvviso senza avere nulla da mettere, ricorreremmo a Zara. Se avessimo bisogno di un nuovo pantalone di tuta che sia caldo e allo stesso tempo alla moda, andremmo certamente da Zara. Se volessimo un abito elegante in pieno stie influencer spendendo poco più o poco meno di 50 euro, ci affideremmo a Zara.
Proprio il colosso della moda prêt-à-porter, che ad oggi vanta milioni e milioni di clienti, dalle persone comuni sino ad arrivare ai vip e ai membri del mondo dello spettacolo italiano e internazionale, è riuscito in poco meno di 50 anni a piazzarsi in vetta alle classifiche di qualsiasi brand di moda, incassando quanto una maison Haute Couture(cliccando qui potrete scoprire la nascita di un altro grande brand).
Un successo clamoroso, incredibile e senza precedenti. Ma a cosa è dovuto? Chi è il volto che sta dietro l’iconica targa Zara di ogni negozio in centro? La storia della griffe vi conquisterà di certo e noi vogliamo raccontarvela!
La storia di Zara non è entusiasmante soltanto dal punto di vista moda, ma del contorno che vi è dietro. Questo strepitoso brand deve tutto il suo successo per l’impegno, la devozione e la strategia che sono stati impiegati e che dopo solo 46 anni hanno permesso di raggiungere traguardi incredibili. Ma facciamo un passo indietro, tornando ad un neppure così lontano 1975.
Zara nasce grazie ad Amancio Ortega, definito oggi il ‘Signor Zara’: il suo amore per la moda inizia a nascere all’età di circa 14 anni, quando faceva il fattorino per una sartoria spagnola. Spinto quindi dalla voglia di proporre capi del tutto suoi raccoglie denaro per studiare ed aprire la sua prima boutique a La Curona nel 1963 sotto il nome di Zorba, nome ispirato liberamente al film Zorba il Greco.
Poco più in là nella via presso cui Amancio aprì il negozio esisteva già un esercizio commerciale con il nome Zorba, pertanto, onde evitare confusione Ortega decise di accorciare il nome in Zara, molto più orecchiabile e che potesse rimanere impresso nella mente.
Nonostante questo, il negozio non ebbe molto successo e fortuna, difatti Amancio chiuse battenti proprio nel 1975. Questo sarà comunque un anno di svolta poiché lo stilista inizierà a studiare con profonda devozione una strategia di marketing mirata, imparando dai suoi errori e facendo tesoro proprio degli sbagli commessi dalla prima apertura. Puntò quindi tutto sulla collocazione del negozio, nelle vie principali e trafficate della città, non fece pubblicità tramite tv o radio, ma adottò esposizioni del nome del brand con cartelloni, volantini e vetrine, proponendo abiti ben confezionati, di diverse misure e fattezze, accessibili a tutti.
Sta proprio qui il punto focale di tutta la strategia del brand, che crebbe ovviamente negli anni, rapportandosi costantemente con le richieste della società. Ciò che rende diverso Zara rispetto ad altri brand è l’abbattimento delle stagioni. Difatti se fino a quel momento le collezioni si legavano prettamente all’Autunno/Inverno e Primavera/Estate, Amancio introduce ‘le mezze stagioni’, garantendo quindi in primavera quei capi ancora un po’ più caldi e ad inizio autunno dei tessuti ancora freschi per le serate di fine estate un po’ più frizzantine. Dopo solo 46 anni, Zara diventa a tutti gli effetti la prima scelta. Una scelta consapevole e che fino ad oggi non ha mai deluso.
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