Iconica, immensa, moderna: la moda charleston, preferita da Dita Von Teese torna alla ribalta e la sua storia è incredibile!
Era appena terminata la Guerra, quando nel 1919 alcune donne iniziarono a fumare con lunghi bocchini sigarette, a bere in pubblico non curanti di quanto il codice della società volesse e a ritoccarsi il trucco in piena serata, ai banconi dei club con martini cocktail in bella vista: questa è la donna charleston, che veste squisitamente gli anni 20 del Novecento, uno degli anni più futuristici in assoluto, per alcuni versi persino dell’attuale.
I ruggenti twenties hanno dominato, occupato, rinnovato e disinibito un contesto sociale pieno, fatto sotto alcuni aspetti di limitazioni e diseguaglianze, in un modo talmente fresco e nuovo da lasciare senza parole. Sono gli anni della moda più incredibile del secolo scorso e hanno letteralmente segnato lo stile che verrà, arrivando sino al nostro.
Personaggi famosi attuali come ad esempio Dita Von Teese vestono la moda charleston, la più chic tra tutte le tendenze di questo secolo e noi oggi vogliamo raccontarvi come nasce in tutto il suo splendore!
Gli anni 20 sono stati decisamente il lancio per eccellenza della società verso una visione più fresca, rinnovata e fruttuosa della comunità che si viveva giornalmente e quotidianamente. Gli anni ruggenti vengono chiamati e il motivo non è difficile da intuire: il primo dopoguerra fu segnato dall’arte, da chi ne faceva parte e sentiva la necessità di proiettarsi in avanti e questo fu certamente merito anche delle prime invenzioni tecnologiche e soprattutto l’invenzione del telefono e la diffusione della musica tramite radio e grammofono. Il cinema subisce un drastico cambiamento, si formano le parole, gli attori diventano i veri protagonisti dei film e i lungometraggi vedranno presto la loro comparsa.
Gli anni d’oro, i golden twenties che aiuteranno le donne a uscire drasticamente dal ruolo costretto di moglie perfetta, madre esemplare, pudica e silente. In modo provocante, frizzante ed eccessivo nasceranno le flapper girls, disinibite donne di tutte le età con una sessualità disinvolta e libera, che adoreranno strappare da loro stesse quanto avvenuto negli anni precedenti. Dal 1924 al 1927 le spalle si scopriranno, le gonne un tempo sino al di sotto delle caviglie arriveranno per la prima volta nella storia della moda a non coprire neppure il ginocchio, impreziosendolo piuttosto di frange, di merletti e di diamanti, confermando la preziosità di questo anticonformismo tanto voluto quanto sperato.
Le flapper girls vestono seta, chiffon e raso, si avvolgono di paillettes e strass, adornano il capo con piume, indossano boa morbidissimi sulle spalle nude e decorano i colli con laccetti oppure perle voluminose ricadenti sull’addome, con vesti morbidissime, senza punto vita, in accezioni oversize oppure attillate seppur non costringenti. Le scarpe iniziano a vedere i primi tacchetti, sino ad allora nascosti al di sotto delle vesti lunghe, compaiono gli abiti a fascia e i primi reggiseni a coppa, tra gli scandali più incredibili di tutto il periodo. La diffusione del jazz, delle cantanti brown che nonostante accedessero da porte di servizio, erano l’anima di tutta la serata e proprio loro adoravano provocare la società con questo dress code, lanciando un chiaro messaggio: Se son per te un intrattenimento, che possa esserlo sino in fondo.
I golden twenties e di conseguenza la moda charleston rappresenteranno, in un inizio secolo bigotto, proibizionista e frenante, una parentesi di modernità, freschezza e speranza e li ricorderemo sempre come gli anni in cui alla figura femminile fu permesso, per una sola decade, di dimenticare il maschilismo tossico, sentendosi appunto ciò che era, è e sarà sempre: donna.
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