La S/S 2022 di Jean Paul Gaultier vede la firma di Glenn Martens, ma non solo: contiene la storia della maison in dediche pazzesche couturier!
Un trampolino di lancio per lo stilista Glenn Martens, direttore creativo di Diesel, che forse un po’ impaurito dalla sua prima esperienza Haute Couture, non solo ci conquista, ma ha saputo esaltare in pieno tutto il gusto erotico di Jean Paul Gaultier. Firmando la sua S/S 2022 non solo conferma un incredibile talento e una strepitosa passione, ma l’impeccabile, quasi innata visione couturier che ha regalato all’ennesima collezione della maison.
Non sarà sicuramente stato facile confrontarsi con i passati direttori artistici del calibro di McQueen o Galliano, eppure Martens sveste per un po’ i panni di Y/Project e Diesel, proponendoci una sfilata pazzesca, che sfiora tutta la bellezza dell’esecuzione manuale, senza rinunciare a quel tocco prettamente Martensiano, squisitamente streewear. Ma perché la S/S 2022 della maison seduce e conquista già al primo abito?
Il talento c’è e si vede già dalle prime proposte in passerella, da parte di Glenn Martens, che se fino a poco tempo prima si dedicava allo Street ed Urban di Diesel e Y/Project, stavolta ha dovuto affrontare una delle sfide Haute Couture più incredibili di sempre: portare avanti il nome di Jean Paul Gaultier. Non solo ci riesce alla perfezione, ma fa molto di più. Cuce sulle proposte i nomi di altri passati in precedenza, rimescolando stili, esaltandone altri, rispettando quelli canonici della maison.
Troviamo quindi le tipiche silhouette allungate di Gaultier, in un missaggio perfetto di tubi, rotondità, drappeggi e volant, che non eccedono mai nel troppo o nel ‘non necessario’. Anzi, al contrario, tutti gli elementi scelti sono dove devono stare in un equilibrio autentico e talmente delicato da sembrare, diremmo quasi per un attimo, confuso. Proprio questa confusione è un po’ il richiamo a McQueen, con i suoi colori e la sua voglia di rendere arte qualsiasi cosa, eppure Gaultier si sente e si percepisce con queste pennellate pastose e confettate, chic e charmeuse.
Dalla silhouette longilinea e coerente, si arriva poi ad un’esplosione di gonne, intrecci meticolosi e drappeggianti curve sinuosissime, che non hanno paura di espandersi ancor di più all’altezza dei colli, delle maniche e dei bustier, in un frullato di elementi 2000 Haute Couture, ma anche 800 e 900, alternando una moda passata ad una che più futuristica di questa non è stata ancora inventata.
Il settaggio gaulteriano c’è e si percepisce tramite gli accostamenti del blu e del bianco, così come del nero, il gotico incontra il fatato e neppure per un istante, nonostante la mancanza di strisce, quel marinière manca, poiché possiamo intuire che nonostante sia nascosto, è evidente nella storia stessa della collezione.
Tra animalier, Street che riconosce in se stesso l’Haute Couture, Martens fa qualcosa di grande. E queste opere d’arte ne sono la prova immensa.
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