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Trend e sfilate

Audrey Hepburn, ecco la magia con cui Chanel la rese un’icona di stile

Cosa accomuna l’incredibile Audrey Hepburn con il fascino di Coco Chanel? Il motivo è più semplice di quanto si possa pensare!

Che cosa accomuna Coco Chanel con Audrey Hepburn? Potreste pensare voi, ed effettivamente la domanda è del tutto lecita. La prima muore in un lontano 1971 a Parigi, ignara che il suo nome sarebbe presto diventato uno dei massimi esponenti della moda femminile mondiale, la seconda invece in quegli anni era ancora nel fior fiore dei suoi anni, dall’inestimabile bellezza ed un portamento che, ancora ad oggi, è fonte di ispirazione per bon-ton, talento e charme.

Credits_canva

Eppure, entrambe vivono in un periodo storico decisamente particolare. Coco, nome d’arte di Gabriele Chanel, nasce nel 1883 e agli inizi degli anni 30 del nuovo 900, ha vissuto sulla propria pelle la trasformazione dello stile femminile, voluto da lei stessa, essendo nonostante il contesto una vera ribelle. Audrey dal canto suo ha vissuto tutto lo splendore degli anni 60 e 70, tramite abiti meravigliosi, accessori lussuosi ed il savoir-faire tipico di quel contesto.

Cosa vi viene in mente se nominiamo l’acronimo LBD? Molti lo sapranno già, altri forse no, ma l’unione delle tre lettere sta per Little Black Dress, traduzione inglese del francese Le Petite noire. Il famoso tubino progettato e confezionato dalla talentuosa Coco, ancora nei giorni nostri è garanzia di stile e chi lo avrebbe mai detto che proprio Audrey Hepburn avrebbe scelto questo capo come status simbolo?

Audrey Hepburn e quel LBD inventato da Coco Chanel: donne diverse, stessa concezione di stile

Nonostante Audrey e Coco fossero donne molto diverse, soprattutto d’età, entrambe condividevano la stessa concezione di stile: la donna doveva, nel modo più assoluto, essere libera di vestire come meglio credesse, ignorando quanto il dress code dell’epoca fosse limitante. Gabrielle, poco appena che ventenne vive in pieno proibizionismo, la figura femminile è prettamente legata alla casa, alle faccende, alla crescita dei figli e all’educazione casalinga. Ruolo che le stette sempre talmente stretto da divorarselo. Già da giovane infatti indossava spesso pantaloni e stivali, in pieno stile cavallerizzo, confermandoci quanto la sua libertà non dovesse mai essere limitata.

Credits_Instagram@gatsbyandmejewels

Non contenta però, nel 1926 fa molto, molto di più: le donne dell’epoca solitamente indossavano abiti piuttosto lunghi, nella maggior parte dei casi proibitivi e a volte con maniche a 3/4. Coco decide di rivoluzionare il guardaroba femminile proponendo per la prima volta il Le petite noire. Un abito fermo al ginocchio, con scollo morbido, maniche corte e piuttosto aderente, seppur confortevole, ma cosa ancora più scandalosa, lo propose in total black.

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Il nero, al di fuori del lutto, era considerato un colore indecente e indecoroso, nelle accezione di capi femminili, pertanto lei non solo lo rese il colore per eccellenza dell’eleganza, ma lo legò ad uno stravolgimento stilistico. Tantissime donne iniziarono ad indossarlo, inizialmente con riluttanza, ben presto con grande orgoglio. Arrivando alla nostra Audrey.

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Lei lo rese ancora più celebre grazie al film Colazione da Tiffany, in cui possiamo vederla nella scena d’apertura intenta a mangiare un danish pastry, indossando un sensualissimo tubino nero attillato, smanicato e con un collier meraviglioso, dall’aspetto super lussuoso. Il tubino divenne per Audrey un vero passe-partout, indossandolo spesso a diversi eventi, première, così come servizi fotografici e uscite informali. Nonostante la sua morte prematura avvenuta nel 1993, a soli 63 anni, ancora ad oggi l’attrice viene raffigurata nella sua mise più iconica, con cappello largo, occhiali a mosca e tubino nero. Confermando quanto il lavoro di Coco Chanel sia rimasto nella storia, rimanendo ancora per svariati anni e che sicuramente rimarrà ancora per molto tempo.

Cesare Orecchio

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