Un’emozionante P/E firmata Paco Rabanne conquista ogni donna in questo 2022: fresca, gioviale, con un gioco di contrasti che funziona e seduce
Sensazionale: nel vero senso della parola. La nuova collezione P/E 2022 firmata Paco Rabanne vede un nuovo volto, una freschissima percezione dell’estate che gioca tramite le forme, vuole conquistare con i colori e porre radici salde al suolo, potendo far fruttare quei piccoli semini piantati con amore e cura. Una linea che lascia sulla pelle tutta la morbidezza del tessuto, in un contesto vitaminico e prezioso, allegro e ispiratore.
In tutta la sfilata si percepisce in qualche modo una dualità netta e ben precisa: ridurre l’eccentrico e impattare le silhouette. Tutte allungate, visibilmente leggiadre, come a voler quasi toccare il cielo focoso del clima estivo che, come ben sappiamo, quest’anno ci lascia tutto il gusto dolce dei colori e dell’energia che ne deriva.
Il gioco di contrasti che si crea tra i modelli in passerella e il contesto scenografico ha contribuito a rendere nel modo più assoluto l’idea di fondo: si può essere chic eliminando il superfluo, puntando sul dettaglio che scotta. E la P/E 2022 Paco Rabanne è davvero infuocata di novità e voglia di osare ancora di più!
In cima al Centro dei Congressi di Monaco, all’Hexa Grace di Victor Vasarely prende vita la nuova collezione Paco Rabanne P/E 2022. Il significato ultimo della collezione è sedurre tramite l’essenziale, ponendo l’attenzione su ciò che conti davvero, su ciò che possa racchiudere tutto il dolce succo di due stagioni autentiche e che fanno innamorare. Questo amore è legato perennemente al contesto, vi è un lavoro comunicativo tra scenario e collezione, tra contesto e lavorazione sartoriale.
Le opere astratte del Vasarely, le innumerevoli piastrelle sui toni dell’azzurro, dell’arancione e del giallo legano in un contrasto super equilibrato con i modelli scelti e proposti, facendoci percepire nell’immediato quel tipico calore estivo, odiato ma bramato, esotico ma anche mediterraneo.
Julien Dossena, direttore artistico della maison, traduce e reinterpreta il lavoro del Vasarely in un turbine di geometrie, incastonate tra jacquard, sete, lini, maglie e crochet. Continue le stampe floreali, di cui una Miranda Priestly de Il diavolo veste Prada non riconoscerebbe mai come avanguardia, che però funzionano e non discostano da quella semplicità di cui la moda al momento ha fortemente bisogno. I fiori che nonostante siano fatti di solo tessuto appaiono quasi profumati saltano da vesti morbide a pantaloni dritti e poco avvolgenti, arrivando a decorare colletti, orli e fondo maniche.
La cultura pop è forse la firma più preziose di Julien per Paco Rabanne, che non dimentica gli anni d’oro 60 e 70, con la disco, le paillettes ampie e rigide, la luce catturata dai metalli e dalle reti quasi bondage. Non pensavo solo agli effetti ottici, ma alle sensazioni sinestetiche dell’estate – afferma Dossena – il suono della riva, il Sole che scotta la pelle, la luce che brilla sull’acqua.
Queste percezioni interiori di Julien sono immediate sui capi, si avverte tutta la voglia di relax, mare e vacanze hawaiane, ma anche squisitamente italiane sui mari capresi o di dolcissime isole siciliane. Tutto è un continuo riecheggiamento nei confronti dell’estate, di una stagione che libera gli animi, confonde forse un po’ le idee, ma che concede soddisfazioni in termini di amore, seduzione e vestibilità.
Sono i maxi gilet, le tuniche di stampo prettamente arabo, le fusioni tra pantaloni palazzo e zuava, le camicie che vogliono comportarsi come mini dress, minigonne che non hanno alcuna intenzione di contenere le gambe, ma forse al contrario, lasciarle respirare. E se il mondo di Paco Rabanne vi ha già convinto, dovrete lasciare alle spalle quanto già conoscete: poiché quello da scoprire è del tutto nuovo e incantevole.
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