Da Brigitte Bardot in bikini alle foto dell’influencer e fotografa Nima Benati sono passati molti anni, ma la moda resta sempre la stessa! Scopriamo insieme la nascita di questo indumento, che ha letteralmente segnato la storia dei nostri tempo!
Prima dell’arrivo di ogni estate noi donne ci prepariamo alla temutissima prova costume. Tra palestra ogni giorno, dieta ferrea e chi più ne ha più ne metta, siamo disposte a tutto pur di indossare il costume da bagno più in voga e mini! Ma sapevate che il costume da bagno, o meglio, il bikini, nasce non molti anni fa? E in un modo singolare? Scopriamo insieme la nascita e la storia del costume da bagno più famoso del mondo: il bikini!
Chi non ricorda Ursula Andress con il bikini bianco nel 1962 accanto a niente di meno che Sean Connery come James Bond. Oppure la femme fatale Brigitte Bardot, che con i suoi costumi mini ha dato scandalo in tutto il mondo.
Insomma, sono moltissimi gli esempi che potremmo fare riguardanti dive di Hollywood indossare un costume da bagno e fare scalpore. Ma ciò che ci interessa sapere oggi è proprio il motivo di quel scalpore. Perché dopo 40 anni vedere Ursula Andress in costume è ancora importante?
Vediamo insieme la nascita, il significato del costume da bagno più famoso al mondo, e perché il bikini è stato importante nella storia non solo nel campo del fashion ma anche in ambito culturale e sociale!
Brigitte Bardot aprì la strada al bikini in Francia e in Europa, ma la rivoluzione del costume da bagno più famoso del mondo scoppiò dopo!
Se per noi, in questo momento storico, è normale utilizzare un costume due pezzi e sgambato, dobbiamo pensare che non è sempre stato così. Di ciò dobbiamo ringraziare alcuni stilisti, dive di Hollywood e star italiane!
Un sarto francese di nome Louis Réard, dapprima ex-ingegnere automobilistico, realizza un costume a due pezzi, composto da un tessuto “stampato” a richiamare i fogli dei quotidiani. Michelle Bernardini, una ballerina del Casino de Paris, nel 1946 indossò per la prima volta il bikini, suscitando lo scalpore, e anche il disdegno, di molti.
Da dove proviene il nome? Dall’Isola di Bikini, nell’arcipelago Marshall, negli Stati Uniti. In quello stesso periodo, nell’Isola di Bikini, venivano testate le bombe atomiche. Lo stilista francese prese questo nome come provocazione e lo diede al nuovo costume, intuendo la componente rivoluzionaria che portava con se il costume da bagno in questione.
Da allora Brigitte Bardot, Sofia Loren, Eva Gardner, per arrivare a Marylin Monroe, tutte indossarono il bikini, dichiarato ancora dall’opinione pubblica, e non solo, immorale e peccaminoso.
Ma uno dei momenti più importanti per il bikini avvenne nel 1962, quando Ursula Andress indossò un bikini color avorio nel fil Dr. No, accanto a Sean Connery nei panni dell’Agente 007 James Bond. Negli Stati Uniti vedere un’attrice in costume da bagno “mini” era ancora uno scandalo. Ma aprì le porte e accompagnò la rivoluzione culturale che stava nascendo degli anni ’60.
Da allora tutto cambiò: il modo di vestire, la concezione dell’abbigliamento femminile. Le donne erano più sicure di loro stesse. Indossare un bikini non era solo una moda passeggera, ma una vera e propria imposizione nei confronti della società.
Negli anni 2000 i gruppi come le TLC o le Destiny’s Child, per non parlare di Britney Spears o Paris Hilton, tutte indossarono il bikini all’interno dei loro look. Oramai il costume a due pezzi era parte integrante della cultura mondiale.
Arriviamo ai giorni nostri, e con i rivoluzionare social media sono nate anche le figure note come “influencer“, letteralmente personaggi influenti seguiti da milioni di persone che indossano abiti e creano tendenza. In Italia, ad esempio Chiara Ferragni, Giulia De Lellis o la fotografa di fama internazionale Nima Benati, si “scontrano” a colpi di foto o selfie che le ritraggono nel bikini look migliore.
Sono passati più di 70 anni da quando il primo bikini è stato indossato e fotografato, e ancora rimane il modello di costume da bagno più utilizzato e amato nel mondo.
Perché la moda significa proprio questo, sancire i tempi. Il fashion si trasforma in mezzi, per permettere alle persone di esprimersi in tutto e per tutto!