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Il cappotto cammello MaxMara è l’evergreen autunnale: come indossarlo al meglio e per tutte le occasioni

Dal lontano 1981 non ci ha più abbandonato: l’iconico cappotto cammello di MaxMara è l’evergreen autunnale, ma come indossarlo al meglio?

Era il 1981 quando Anne Marie Beretta progettava il primissimo cappotto MaxMara: dalle linee semplici ma morbide e strutturate, ricercate meticolosamente insieme al team della maison per mettere sul mercato un prodotto di qualità, autentico, che potesse soddisfare le richieste di tutte le donne. Nella sua versione doppiopetto con collo revers classico e ampio, spalline imbottite e lunghezza midi, con tasche laterali a pattina semplice. Un modello che negli anni non verrà mai più abbandonato, anzi, lavorato più e più volte senza tradire l’originalità di partenza.

Credits_canva

Ogni donna lo ha indossato, tutte almeno una volta lo hanno sfoggiato in qualche occasione importante così come un po’ meno impegnativa, poiché la chiave di lettura era e rimane proprio questa. Un evergreen che possa stare bene con tutto, con qualsiasi colore e per ogni evenienza. Negli anni lo abbiamo visto, la maison ha sfornato capolavori su capolavori, eppure è l’iconico cappotto cammello a continuare questa scia di conquista, che certamente torna anche in questa nuova stagione autunnale.

Certo, i trend sono cambiati, abbiamo potuto osservare nelle scorse edizioni delle Fashion Week dedicate alle F/W 2022 un certo sfoggio dell’oversize e dei look androgini, ma lui continua imperterrita la sua corsa. Come possiamo quindi indossarlo in questo inverno seguendo ugualmente le tendenze? Eccovi una prontissima ‘guida all’uso del cappotto MaxMara

MaxMara e quel cappotto cammello che non passa mai di moda: ecco come indossarlo dopo ben 41 anni

Sono passati proprio 41 anni da quando MaxMara progettò e realizzò il suo primissimo cappotto cammello, sicuramente senza neppure prendere in considerazione l’idea che sarebbe diventato nel tempo un must have irrinunciabile, motivo di ispirazione per moltissime altre maison del calibro di Valentino, Gucci, Dolce&Gabbana e Armani. Semplicissimo, che punta tutto al sodo e che non ha bisogno di fronzoli o eccessivi dettagli per funzionare alla perfezione.

Credits_maxmara.com

Anne Marie Beretta, colei che ne ebbe l’idea primordiale, aveva un solo focus, ovvero quello di corrispondere all’eleganza, alla praticità e alla comodità. Per questa ragione troviamo la chiusura doppiopetto per garantire calore, la manica regular leggermente superiore al polso, le spalline abbondanti e la lunghezza midi, per slanciare e onorare la silhouette femminile. Il primissimo modello, il 101801 nel suo numero di serie, fu realizzato in beaver di lana e cachemire, con una nuance molto calda tendente al cammello chiaro, con svariati richiami al cappuccino caldo bevuto in inverno.

Negli anni ovviamente MaxMara ne ha realizzati molti altri, come la rivisitazione in jersey e dal tipico design a vestaglia, abbassando quindi notevolmente lo scollo, eliminando qualche bottone, ma mantenendo la tipica chiusura doppiopetto e la morbidezza super riconoscibile. Indossarlo è di per sé cosa fatta. La nuance classica cammello può essere abbinata a long dress avvitati total black oppure total white, ma può anche sopportare benissimo alcune tonalità pastello del rosa, del glicine, del giallo e del bordeaux.

Credits_maxmara.com

Le versioni Teddy o fumé, composte da tessuti un po’ più spessi e nelle colorazioni grigio topo, tortora e blu notte si sposano a dovere con completi un po’ più maschili, con pantaloni a sigaretta e riga centrale, mocassini, ma anche stivali cuissardes.

Tuttavia, lo scopo principale del cappotto era quello di illuminare e impreziosire i look di partenza, ecco perché la versione cammello è perfetta negli outfit serali poiché smorza un po’ il tipico scuro più elegante e concede molta luminosità. Per rendere giustizia all’idea originaria possiamo abbinargli gonne plissé scure, calze spesse con decolleté laccate o smaltate e fare un figurone incredibile!

Cesare Orecchio

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